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Kata scomparsa a Firenze, tra i 5 indagati per sequestro anche uno zio

Disposti test Dna su tracce di sangue: "Usciti da ex albergo con borsone e due trolley"

Ex hotel Astor e nel riquadro Kata - (Fotogramma)
Ex hotel Astor e nel riquadro Kata - (Fotogramma)
12 settembre 2023 | 10.33
LETTURA: 4 minuti

Svolta nell'inchiesta sul sequestro di persona a scopo di estorsione di Kata, la bambina peruviana di 5 anni scomparsa il 10 giugno scorso dall'ex hotel Astor di Firenze. Ci sono cinque indagati, tutti ex occupanti abusivi dell'albergo, tra i quali anche uno zio di Mia Kataleya Chiclo Alvarez: si tratta di Abel Alvarez Vasquez, detto Dominique, zio materno, in questo momento detenuto in carcere per il presunto "racket delle camere".

E sarebbe stato proprio il mercato dell'affitto delle stanze nello stabile occupato il motivo della presunta ritorsione che si sarebbe abbattuta sull bimba. Il "racket delle camere" è un'altro filone di indagine seguito dagli investigatori nell'inchiesta principale legata al sequestro di persona, che all'inizio di agosto ha portato a quattro misure cautelari, con la detenzione in carcere dello zio materno di Kata.

La Procura di Firenze ha disposto nei confronti dei cinque indagati accertamenti tecnici irripetibili, volti ad accertare la presenza di materiale biologico o genetico e all'estrapolazione di eventuali profili del Dna (da borsoni, trolley e da rubinetti di stanze dell'hotel Astor) e alla loro successiva comparazione con quello della piccola vittima sparita nel nulla. Si sospetta, infatti, che la bimba, viva o morta, possa essere stata messa all'interno di un borsone o di un trolley e poi portata via.

Gli accertamenti sono svolti, con l'ausilio di consulente tecnico nominato dalla Direzione distrettuale antimafia diretta dal procuratore aggiunto Luca Tescaroli, nei confronti dei cinque soggetti indagati: "Tre di loro - spiega un comunicato della Procura - sono stati ripresi dalle telecamere fuoriuscire, rispettivamente, con un borsone e con due trolley - che per dimensioni avrebbero potuto occultare la bambina - dall'hotel Astor il 10 giugno dopo la scomparsa di Mia Kataleya, oggetti che gli stessi avrebbero poi utilizzato anche il 17 giugno in occasione dello sgombero dello stabile".

Gli altri due indagati, precisa la Procura, "sono occupanti di tre distinte stanze nei cui rubinetti dei bagni sono state individuate tracce di presunta sostanza ematica l'11 giugno in occasione della perquisizione effettuata il giorno seguente il sequestro della piccola Kata".

Nei prossimi giorni i carabinieri eseguiranno anche degli scavi più approfonditi nell'ex albergo alla ricerca di possibili tracce della bimba. Nel frattempo la Procura ha inoltrato una richiesta di rogatoria internazionale in Perù per sentire 13 persone considerate testimoni informati sui fatti. Non è esclusa neppure la pista che Kata possa essere rapita e trasferita in Perù.

Il 5 agosto erano state eseguite quattro misure cautelari, emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Firenze, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di altrettanti cittadini peruviani. Per lo zio materno della piccola Mia Kataleya Chiclo Alvarez e altri tre indagati in questo caso le accuse sono di estorsione, tentativi di estorsione e rapina, episodi avvenuti tra il novembre 2022 e il 28 maggio 2023, e di tentato omicidio tentato e lesioni gravi, commessi lo stesso 28 maggio 2023, ai danni di occupanti della struttura di via Maragliano, che era stata occupata abusivamente nel settembre 2022 da oltre un centinaio di cittadini peruviani, fra i quali i soggetti raggiunti dalla misura, e rumeni.

I reati sarebbero stati compiuti, secondo quanto emerso dalle indagini, "nel quadro di un'illegittima attività di compravendita del diritto di occupare le stanze della struttura alberghiera, con la riscossione dalle persone che volevano entrare di somme dai 600 ai 700 euro, anche con il ricorso alle minacce".

I quattro indagati, il 28 maggio scorso, nell'esecuzione di un raid punitivo nei confronti di più occupanti dell'ex hotel Astor, avrebbero attuato un primo pestaggio con una mazza da baseball minacciando di morte una coppia di connazionali se non avessero lasciato la stanza. Dopo essersi allontanati per qualche istante, gli aggressori avevano proseguito le violenze nei confronti di altri occupanti in una stanza vicina per fare ritorno incappucciati nella stanza della coppia diretti verso la vittima designata che, per timore di essere uccisa, si era appesa con le mani al davanzale della finestra cadendo poi al suolo.

Il 17 e il 18 giugno scorso era già stato eseguito il decreto di sequestro preventivo, emesso dal giudice delle indagini preliminari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, dell'ex hotel Astor.

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