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Bimba scomparsa Firenze, zio di Kata arrestato per racket affitti ex hotel Astor

Quattro in tutto le ordinanze d custodia cautelare. Perquisiti i genitori e altri familiari della piccola svanita nel nulla lo scorso 10 giugno

Bimba scomparsa Firenze, zio di Kata arrestato per racket affitti ex hotel Astor
05 agosto 2023 | 09.30
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Svolta nel giallo della scomparsa della piccola Kata, la bimba svanita nel nulla a Firenze lo scorso 10 giugno. Quattro misure cautelari, emesse dal giudice per le indagini preliminari di Firenze, su richiesta della Dda, sono state eseguite nei confronti di cittadini peruviani, fra i quali lo zio materno della piccola Mia Kataleya Chiclo Alvarez, per reati commessi all'interno dell'ex hotel Astor di via Maragliano. Le accuse sono di estorsione, tentativi di estorsione e rapina, tra il novembre 2022 e il 28 maggio 2023, e di tentato omicidio tentato e lesioni gravi, commessi lo stesso 28 maggio 2023, ai danni di occupanti della struttura, che era stata occupata abusivamente nel settembre 2022 da cittadini peruviani, fra i quali i soggetti raggiunti dalla misura, e rumeni.

Reati compiuti, secondo quanto emerso, nel quadro di un'illegittima attività di compravendita del diritto di occupare le stanze della struttura alberghiera, con la riscossione dalle persone che volevano entrare di somme dai 600 ai 700 euro, anche con il ricorso alle minacce. I quattro indagati, il 28 maggio scorso, nell'esecuzione di un raid punitivo nei confronti di più occupanti dell'hotel Astor, hanno attuato un primo pestaggio con una mazza da baseball minacciando di morte una coppia di connazionali se non avessero lasciato la stanza. Dopo essersi allontanati per qualche istante, gli aggressori avevano proseguito le violenze nei confronti di altri occupanti in una stanza vicina per fare ritorno incappucciati nella stanza della coppia diretti verso la vittima designata che, per timore di essere uccisa, si era appesa con le mani al davanzale della finestra cadendo poi al suolo. A eseguire le misure sono stati cinquanta agenti della Squadra Mobile della Questura di Firenze

PERQUISITI GENITORI KATA E ALTRI FAMILIARI

Sempre nell'ambito delle indagini della Dda fiorentina sono stati eseguiti dieci decreti di perquisizione nei confronti di più familiari della bimba rapita e di altre persone, in qualità di terzi non indagati, di interesse per le indagini in corso per il sequestro di persona a scopo di estorsione. In particolare le perquisizione eseguite hanno riguardato i genitori della bambina, il nonno e due zii paterni, uno zio materno e la moglie di quest'ultimo.

Il 17 e il 18 giugno scorso era già stato eseguito il decreto di sequestro preventivo, emesso dal giudice delle indagini preliminari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, dell'ex Hotel Astor: iniziative giudiziarie che si collocano nel percorso investigativo per individuare gli autori del sequestro di Kata.

L'ORDINANZA

“Con riferimento a tutti gli indagati, le modalità e le circostanze del fattoservono a comprendere che le condotte illecite non sono occasionali, ma si collocano in un più ampio sistema di vita” scrive il gip di Firenze Angelo Antonio Pezzuti nell’ordinanza con cui ha disposto il carcere. “Nel caso in esame la pericolosità di tutti gli indagati ed in particolare dei soggetti chiamati Carlos e Dominique emerge dalle seguenti peculiarità della condotta. In primo luogo, emergono all'evidenza il numero delle condotte delittuose e la varietà delle vittime prese di mira, senza alcuna distinzione con riferimento al sesso e all'età - sottolinea il gip - Va rimarcato, inoltre, il numero delle persone che hanno preso parte alle aggressioni del 28 maggio 2023. Gli indagati, infatti, si sono mossi in un numero di almeno 15 persone per compiere le loro attività delittuose dimostrando cosi di avere a disposizione un consistente numero di complici, di riuscire a predisporre un'organizzazione di persone pronte a commettere gravissimi delitti contro la persona ed il patrimonio e di incutere con la sola loro presenza fondati timori di essere uccisi (come mostrato dalle telefonate effettuate al pronto soccorso da almeno tre delle persone presenti nello stabile occupato)”.

“Non va trascurata l'utilizzazione di mazze o di sbarre per picchiare i malcapitati e per sfondare le porte delle camere, il tutto mentre pronunciavano minacce di morte, creando letteralmente un clima di terrore nelle vittime delle violenze. Al fine di comprendere la pericolosità degli indagati va rilevato che - si legge nell’ordinanza - i medesimi non hanno cessato nelle loro condotte ed anzi li hanno incrementati benché prima del 28 maggio e successivamente nel corso della stessa aggressione, più di una vittima abbia invocato l'intervento delle forze dell'ordine. Peraltro, la polizia ed i carabinieri erano già intervenuti in altre occasioni prima del 28 maggio”.

Non va trascurata, secondo il gip di Firenze, “la particolare motivazione delle azioni tutte dirette ad ottenere del denaro o far abbandonare la struttura a dei nuclei familiari, composti anche da bambini in tenera età, in grande difficoltà economica ed abitativa. Altro elemento da sottolineare, quanto meno con riferimento a Carlos e Dominique è la durata e la permanenza nella loro azione per molti mesi. La natura, la specie, i mezzi, l'oggetto, il tempo, il luogo e ogni altra modalità dell'azione posta in essere denotano una particolare intensità del dolo e fanno ritenere pressoché certo il pericolo che tutti gli indagati ed in particolare Carlos e Dominique possano nuovamente commettere dei reati della medesima natura”.

“Dominique e Carlos ‘capeggiavano’ l'albergo” e “Carlos aveva sempre detto di essere ‘il duegno dell'Astor’, cioè il proprietario dell'Astor" emerge dalle testimonianze riportante nell’ordinanza con cui il gip di Firenze Angelo Antonio Pezzuti. Violenze e minacce che alcuni degli ex occupanti hanno raccontato agli inquirenti. “Carlos lo minacciò dicendo che ‘avrebbe buttato fuori lui e gli altri che non pagavano’ - si legge nell’ordinanza - Carlos gli disse: ‘paghi o non paghi?’, lui rispose di no e, allora, Carlos lo aveva colpito con un pugno sulla bocca e subito dopo, Dominique gli aveva ‘sfilato’ il portafoglio che aveva in tasca, prelevando il denaro che c'era”.

 

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