E' accaduto ieri sera in via Ermenegildo Cantoni 3. Le vittime, di nazionalità cinese, sono due fratelli di 19 e 17 anni e un'altra di 24. Verifiche su pretese denaro a titolare
Minacce con richieste di denaro, soldi pretesi non si sa a che titolo. Potrebbe essere questo il movente dell'incendio avvenuto in un emporio cinese di via Ermenegildo Cantoni 3 a Milano in cui, nella notte tra giovedì 12 settembre e venerdì 13, hanno perso al vita tre giovani per le inalazioni: Don Yindan, 19 anni, il fratello Liu Yindjie, 18 anni tra un mese, e il 24enne Pan An, nato in Cina. Minacce che avrebbero colpito il titolare del grande magazzino, cugino delle vittime, ma di cui non risulta nessuna denuncia formale.
Sulla pista dell'incendio doloso, la procura non ha ancora aperto nessun fascicolo. Le fiamme sono state appiccate all'esterno - si cerca l'accelerante - e i fumi e il calore avrebbero asfissiato i tre ragazzi che avevano trovato ospitalità per dormire all'interno.
Le vittime sono tutte giovani e di nazionalità cinese: si tratta di due fratelli di 19 e 17 anni e un'altra di 24 anni. A perdere la vita è stata Liu Yindjie, 18 anni a ottobre, il fratello Don Yindan, di un anno più grande, e Pan An, 24enne nato in Cina. Sui corpi è stata disposta l'autopsia.
Il fratello e la sorella erano probabilmente imparentati con i proprietari dell’emporio che vendeva all’ingrosso mobili e complementi d’arredo. La famiglia - a quanto trapela - a Milano possiede anche un ristorante.
Le tre giovani vittime avevano cercato di fuggire dalle fiamme, ma sono stati probabilmente uccisi dall’esalazione dei fumi. La struttura aveva infatti un unico punto di accesso su via Cantoni e i tre non potevano scappare.
Sono in corso le indagini del Nucleo investigativo antincendio dei vigili del fuoco e dei carabinieri, per capire cosa abbia causato le fiamme. Non si esclude che possa essersi trattato di un incendio doloso: le fiamme appiccate all’esterno non avrebbero lasciato scampo ai tre giovani presenti nel negozio. Il fascicolo, non ancora formalmente aperto, sarà affidato alla pm Marina Petruzzella.
“Una tragedia. Stiamo lavorando senza escludere nulla”, ha detto il procuratore di Milano Marcello Viola, impegnato sul luogo dell’incendio. “I vigili del fuoco stanno ultimando i rilievi, i carabinieri hanno fatto una parte. Adesso li completeremo. È troppo presto per fare ipotesi certe sulle cause dell’incendio”, ha aggiunto Viola, ribadendo che “non escludiamo l’origine dolosa, ma è troppo presto” per confermarla.
Le operazioni di spegnimento sono durate fino a questa mattina. Lo show room, di due piani, ha una superficie di 600-700 metri quadrati. All'interno c’era un cucinino con l’allaccio del gas e dei letti. "La parte più colpita dal fuoco è quella più vicina all'ingresso, tanto che il calore ha danneggiato la struttura, mentre i muri in fondo al grande depositi di mobili e altri oggetti d'arredo risultano poco annerite" spiega chi ha avuto accesso all'interno.
Il corpo della minore è stato trovato ai piedi della scala, probabilmente ha tentati di raggiungere il solaio finestrato, mentre il più piccolo dei ragazzi era accanto al letto. Sulla dinamica indagano i vigili del fuoco e la sezione di investigazioni scientifiche dei carabinieri. Tra i punti da chiarire se le vittime vivessero nel magazzino in pianta 'stabile' oppure se fosse li da pochi giorni, ospiti dello zio-titolare.
Le telecamere
Potrebbe arrivare dalle immagini delle telecamere, presenti in zona, a dare qualche risposta in più. Il fascicolo è affidato non alla pm Marina Petruzzella, come inizialmente indicato, ma allo stesso procuratore capo Marcello Viola - il quale in mattinata ha fatto un sopralluogo nel magazzino in zona Quarto Oggiaro - e al pm di turno Luigi Luzi. L'ipotesi a cui i carabinieri lavorano è che si sia trattato di un incendio doloso, forse appiccato di fronte a una richiesta di denaro illecita che il proprietario non ha voluto soddisfare.
Le fiamme, il fumo denso, l'emporio invaso da mobili e arredi e il tentativo di una delle vittime di farsi largo al buio - a causa del blackout dell'impianto elettrico - accendendo la torcia del cellulare. Uno sforzo che non è bastato.
L'ipotesi, su cui lavora la procura, il fascicolo ha come titolari il procuratore Marcello Viola e il pm Luigi Luzi, è che si sia trattato di un incendio doloso, partito dall'ingresso dello show-room, privo di uscite di sicurezza dove le vittime lavoravano e vivevano. Le verifiche dei vigili del fuoco non hanno portato, per ora, a identificare l'accelerante che avrebbe potuto innescare l'incendio. Si esclude un corto circuito all'impianto elettrico, così come che si sia potuto trattare di un incidente generato da una sigaretta, lasciata accesa o di una fuga di gas che avrebbe portato a un'esplosione.
Per ora nessuno si sbilancia e non si esclude nulla e sarà necessario un nuovo sopralluogo dei vigili del fuoco per chiarire la natura dell'incendio, mentre sul fronte investigativo, indagano i carabinieri, viene escluso che il proprietario fosse vittima del pizzo, ma non che avrebbe aver subito minacce.
“Vedevo il più grande dei tre - racconta uno degli operai del cantiere accanto al locale - spesso fuori dall’ingresso insieme al cane”. Nell’incendio - a quanto si apprende - è morto anche l’animale. “Li vedevamo passare, erano tre ragazzi giovani”, racconta chi lavora nel laboratorio-cucina a pochi metri dallo stabile andato a fuoco.
Tutto lascia pensare che le tre vittime alloggiassero nello show room: la ragazza di 18 anni indossava degli shorts e in mattinata è stata trovata e repertata nel locale anche una borsa da donna, non danneggiata delle fiamme. Sul posto, oltre a vigili del fuoco e carabinieri, sono intervenuti anche gli ispettori del lavoro. ”All’interno c’è oggettistica varia, ma il più è andato distrutto”, racconta l’ingegnere dei vigili del fuoco Paolo Cugliari.
La chiamata alla sala operativa è arrivata in serata, ma “quando siamo arrivati l’incendio era già divampato” e le tre persone all’interno erano già morte. “Abbiamo trovato solo queste tre persone, poi abbiamo provveduto a rimuovere i cadaveri, a consegnarli e a fare le operazioni di spegnimento che si sono protratte fino a stamattina”, racconta Cugliari. “Bisogna fare dei rilievi del caso per stabilire da quale punto è partito”, ha proseguito.