Con la fine dell'emergenza sanitaria e l'allentamento delle misure anti Covid, tornano anche le manifestazioni storiche e folcloristiche: ad aprire il cartellone dei grandi eventi nazionali sarà la Festa dei Ceri di Gubbio (Perugia), che dopo due anni di stop sarà celebrata come da tradizione domenica 15 maggio. Principale novità al tempo della pandemia sarà l'obbligo di indossare la mascherina per assistere alla celebre corsa dei Ceri, che consiste nel trasporto in corsa di tre Ceri coronati da statue dei sant'Ubaldo (patrono di Gubbio), san Giorgio e sant'Antonio Abate. Il percorso che coprono i Ceri in corsa è di circa 4 chilometri e 300 metri, partendo dall'Alzatella fino alla Basilica in cima al Monte.
Mentre è iniziata la settimana più attesa da tutti gli eugubini e le eugubine, in queste ore sono in corso di definizione gli ultimi dettagli: dai piccoli restauri dei tre Ceri prima del loro grande giorno agli incontri relativi alla sicurezza.
Nel corso dell'ultimo appuntamento tra le famiglie ceraiole il sindaco Filippo Stirati ha ribadito a più riprese la necessità di sensibilizzazione della cittadinanza sul tema sicurezza, ricordando l'alto numero dei contagi in Alta Umbria e rammentando ai presenti che anche il tema della sanità e della sicurezza è molto attenzionato da parte della Questura, che esprime grandi preoccupazioni e sollecita la città a una grande responsabilità anche su questo fronte.
"Non avremo varchi, né limitazioni fisiche e materiali – ha spiegato il sindaco – ma dovremo usare il massimo di responsabilità e prudenza, visti anche i numeri attesi". "La nostra sarà la prima festa di popolo a livello nazionale a tornare dopo il Covid è una grande soddisfazione e al tempo stesso una grande responsabilità", ha detto all'Adnkronos il sindaco Stirati.
Dal primo cittadino l'invito a mantenere un ordine preciso sulla Scalea e nelle varie fasi del cerimoniale. A fronte dell'attuale situazione sanitaria e delle indicazioni condivise con la Questura, in questo senso domenica 15 maggio non sarà consentito l'ingresso al Palazzo dei Consoli ai non ceraioli, ai minori di 12 anni e alle persone con fragilità.
Anche per quanto riguarda Piazza Grande l'ingresso alle persone fragili e ai minori di 12 anni viene fortemente sconsigliato. "Siamo tutti chiamati a usare il massimo di responsabilità - spiega il sindaco - anche in vista dei Ceri mezzani e piccoli, i cui protagonisti vogliamo tutelare al massimo".
Intanto nella Sala dell'Arengo proseguono da alcuni giorni le operazioni di piccolo restauro e di Ceri e barelle, ad opera di un gruppo di professionisti individuati dagli uffici comunali che volontariamente stanno provvedendo ai lavori di conservazione e manutenzione dei Ceri nella loro interezza (Cero, barella, Santo), nonchè al monitoraggio del loro stato conservativo.
Domenica prossima, al mattino, intorno alle 11, si terrà l'alzata dei Ceri, uno dei momenti più intensi e affascinanti della Festa. Come di consueto, si prevede una Piazza Grande gremita di folla.
Il sindaco, preceduto dai tamburini e scortato dalla Polizia Municipale, raggiunge la scalea del Palazzo dei Consoli per incontrarsi con il Gonfaloniere e subito dopo viene raggiunto dal vescovo. Il Primo capitano, l’Alfiere e il Trombettiere entrano a cavallo nella Piazza, girano intorno al pennone e scendono ai piedi della scalea del Palazzo dei Consoli, inizia la cerimonia dell’investitura. Il Primo Capitano riceve dalle mani del sindaco la chiave della città e dal Vescovo la benedizione. Subito dopo, esce di corsa dal Palazzo dei Consoli il secondo Capitano con la spada sguainata in segno di saluto verso la folla. Le autorità a questo punto si sistemano sul balcone, mentre il Secondo Capitano dà il segnale ai Campanari che iniziano a suonare e ordina l’apertura completa del portone del Palazzo. Nel frattempo, le barelle in cui andranno incastrati i Ceri, vengono allineate verso il lato sud della Piazza.
Spettacolare per il movimento di folla e per i colori, l’uscita di corsa dei tre Ceri, salutati dagli squilli del trombettiere, lungo la scalea del Palazzo dei Consoli, orizzontali sulle spalle dei propri ceraioli, sant'Ubaldo si posiziona in Piazza Grande al centro, san Giorgio alla sua destra, sant'Antonio alla sinistra.
Il montaggio dei Ceri è un'operazione importante e delicata, che si chiama "incaviamento" e fissa saldamente alla barella i Ceri, mediante un cuneo di ferro che entra nell’asola del timicchione, successivamente bagnato con l’acqua della brocca per farlo meglio aderire. Nel frattempo altri ceraioli fissano sulla sommità dei Ceri le statuette dei tre Santi. A questo punto il Secondo Capitano dà il segnale dell’alzata ai tre Capodieci saliti sulle stanghe del proprio Cero ancora in posizione orizzontale, che dopo aver fatto oscillare le brocche, le scagliano tra la folla assiepata, che corre ad accaparrarsi un pezzo di “coccio” come ricordo.
Al suono del Campanone e in mezzo ad urla crescenti di incitamento, con un rapido movimento, i tre Capodieci si spingono in avanti e i ceraioli alzano rapidamente in verticale i Ceri che iniziano subito la corsa, uno dietro l’altro, aprendosi un varco tra la gente acclamante e compiendo tre 'girate' (meno veloci delle 'girate' della corsa serale) ossia tre giri in senso antiorario intorno al pennone centrale.
Alle 17, immediatamente prima della corsa, si svolgerà la solenne processione con la statua di Sant’Ubaldo, che dalla Cattedrale scende in Piazza Grande dove è accolta dal suono a distesa del Campanone. Da qui procede con un percorso inverso a quello dei Ceri, che intanto sono stati tolti dai piedistalli, in un crescendo di tensione per l'imminente corsa. Mentre la processione risale Corso Garibaldi, i Ceri, nell'ordine in cui erano stati collocati a riposo (Sant'Ubaldo, San Giorgio e Sant'Antonio) partono da Via Savelli (la cosidetta "Alzatella") e si fermano in attesa davanti alla chiesa di San Giovanni Decollato (detta dei Neri dal nome della Confraternita). Nel frattempo le mute dei ceraioli si sono disposte lungo il tragitto e aspettano la partenza. All'incrocio tra Via Dante e Via Savelli la processione si ferma, il vescovo benedice i Ceri e si avvia verso la chiesa dei Neri.
Alle 18, dopo la benedizione del vescovo inizia la tanto attesa corsa, fremente, impetuosa, drammatica come poche al mondo. Ceraioli e popolo sono tutt'uno nell'esaltazione di quei primi momenti in cui Capitani, Alfiere e Trombettiere a cavallo precedono al galoppo i Ceri. I Capitani danno il 'via'. La folla esulta, irrompe in un grido corale, compatto, "Via ch'eccoli". Si apre la marea colorata come per incanto per consentire il passaggio dei Ceri in corsa, ben piantati sulle robuste spalle dei ceraioli. La corsa si snoda per le strette vie medievali, i Ceri oscillano paurosamente, sfiorando e spesso toccando mura e finestre. Con grande abilità e anni di esperienza i ceraioli si danno il cambio in corsa; riescono a prevenire incidenti gravi, pur scivolando e spesso cadendo soprattutto in caso di pioggia. È una prova di grande forza e abilità quella di far correre il Cero il più possibile in verticale evitando 'cadute' e 'pendute'. Questa è la vittoria, tenendo conto che non esiste il sorpasso e che i Ceri arrivano in cima al monte nello stesso ordine con cui sono partiti: sant'Ubaldo, san Giorgio e sant'Antonio.
Il presidente dell'Università dei Muratori, Giuseppe Allegrucci, ha già comunicato per tempo che il primo capitano della Festa dei Ceri 2022 sarà Eduardo Amadei insieme al secondo capitano Paolo Procacci. Il primo capitano designato per il 2022 era EriK Nicchi, ma per motivi personali, per quest'anno ha rinunciato e ricoprirà il ruolo di primo capitano nel 2023.
I tre Capodieci sono Alessandro Nicchi (sant'Ubaldo), Fabio Uccellani (san Giorgio) e Andrea Tomassini (sant'Antonio). I tre presidenti delle Famiglie Ceraiole sono Ubaldo Minelli (sant'Ubaldo), Patrick Salciarini (san Giorgio), Alfredo Minelli (sant'Antonio).