Era ai domiciliari dal luglio 2019, senza ulteriori sconti il 'fine pena' arriverà a marzo 2024
L’ex presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni ha ottenuto l’affidamento in prova ai servizi sociali: nel residuo pena, poco più di un anno, potrà insegnare italiano alle suore straniere che assistono gli anziani disabili nella struttura del Piccolo Cottolengo Don Orione di Milano. Lo ha stabilito il tribunale di Sorveglianza di Milano.
La misura interrompe la detenzione domiciliare ottenuta nel luglio 2019 dopo che l’ex presidente ha scontato nel carcere di Bollate i primi cinque mesi dei 5 anni e 10 mesi della condanna per corruzione nel processo Maugeri. Il ‘fine pena’ è fissato a marzo 2024, ma la data potrebbe cambiare nel caso in cui continui a beneficiare dello sconto per buona condotta.
Nel provvedimento del tribunale di Sorveglianza, firmato dal giudice Silvia Clerici, si evidenzia come ai fini dell’affidamento in prova ai servizi sociali “non configura una ragione ostativa la mancata ammissione degli addebiti”, ma piuttosto occorre tener conto che l’ex governatore lombardo – che ha partecipato all’udienza - si è subito costituito in carcere e dal momento in cui è andato ai domiciliari non risultano "violazioni delle prescrizioni imposte sin dal luglio 2019".
Considerato il fine pena mai ormai vicino (26 marzo 2024, suscettibile di altre riduzioni) per i giudici "si può ritenere che oggi la detenzione domiciliare abbia finito di assolvere la sua funzione e che il percorso di recupero e reinserimento sociale di Formigoni debba proseguire con la misura dell’affidamento in prova" tenuto conto delle prescrizioni, del "buon percorso extradetentivo, della revisione critica, dell’assenza di pericolosità sociale e dei riferimenti sociali, relazionali e amicali del reo".