Questa mattina la Fondazione DiaSorin ha presentato nel corso della tavola rotonda "Scienza: una passione sui banchi di scuola" i propri progetti e, in particolare, il progetto "Mad for Science". Hanno preso parte alla presentazione la presidente della Fondazione, Francesca Pasinelli, Anna Brancaccio, dirigente Ministero dell’Istruzione, Carlo Rosa, amministratore delegato del Gruppo DiaSorin, e Giorgio de Rita, segretario generale della Fondazione Censis.
Nato nell’anno scolastico 2016/2017, Mad for Science è un concorso nazionale rivolto ai Licei scientifici e ai Licei classici con percorso a curvatura biomedica, che mette al centro il laboratorio della scuola, strumento concreto ed efficace per far capire agli studenti come funziona il metodo scientifico. Obiettivo del concorso è la progettazione di 5 esperienze didattiche laboratoriali su temi specifici, che nell’edizione di quest’anno riguardano gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu. Ogni Liceo con un team, composto da 5 studenti e da un docente di scienze, elabora un progetto in collaborazione con un ente scientifico del proprio territorio. Gli otto migliori accedono alla Challenge finale, che quest’anno si terrà a Torino il prossimo 7 ottobre, dove una giuria indipendente composta da autorevoli rappresentanti del mondo accademico scientifico e della società civile, individuerà i vincitori.
"Viviamo nel Paese dei paradossi: siamo agli ultimi posti per numero di ricercatori rispetto ai nostri partner europei, eppure negli ultimi anni abbiamo registrato una crescita nelle iscrizioni alle facoltà Stem . Il grado di educazione scientifica delle ragazze e dei ragazzi italiani è, da tanti anni, inadeguato alla complessità del mondo in cui viviamo e inferiore a quello registrato nei Paesi più avanzati. Allo stesso tempo tanti giovani ricercatori italiani sono riconosciuti tra i migliori in campo internazionale, come confermano i dati dell’ultimo Erc Consolidator Grant con i nostri scienziati al primo posto della classifica. Per questo occorre recuperare il terreno perduto e sostenere di più le tante eccellenze della ricerca italiana investendo soprattutto sulla scuola dove i ragazzi incontrano per la prima volta la scienza", ha sottolineato Giorgio De Rita.
"Purtroppo - ha aggiunto - sono sempre di più i ragazzi che vanno all'estero rispetto a quelli che tornano nel nostro Paese. Per trattenere i nostri ricercatori bisogna dare loro le condizioni giuste, e bisogna dire che l'incertezza di fondo italiana rappresenta un grandissimo freno. Dobbiamo aggregare i fondi e dare la certezza ai ragazzi che questi fondi saranno stabili e permetteranno loro di lavorare al meglio".