L’appello di frate Paolo Crivelli
Sull'omicidio di Giulia Cecchettin bisogna "far scendere il silenzio, rispettare il dolore delle persone che sono coinvolte in questa tragedia e lasciare che la giustizia possa fare con serenità il suo corso, hanno bisogno di silenzio anche loro (gli inquirenti, ndr) per lavorare, non di pressione mediatica”. E’ l’appello di frate Paolo Crivelli, cappellano del carcere di Verona dove è detenuto Filippo Turetta accusato dell’omicidio dell’ex fidanzata. All’indomani dell’interrogatorio di garanzia in cui lo studente universitario ha confessato il delitto, c’è attesa davanti alla casa circondariale per l’arrivo dei genitori del 21enne che potranno incontrarlo, per la prima volta, dopo l’omicidio dell’11 novembre. “Non credo che questo tipo di informazione aiuti il popolo italiano a crescere serenamente di fronte a questo drammi, a vivere serenamente” conclude il cappellano