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Eredità Agnelli, Riesame accoglie parte del ricorso: disposta restituzione dei beni

Il ricorso per 'vizio di motivazione' presentato dai legali di John Elkann e Gianluca Ferrero. Sì alla restituzione del materiale sequestrato lo scorso 7 febbraio "con eccezione di alcuni beni e documenti" di Marella Caracciolo

Marella e Gianni Agnelli - Fotogramma
Marella e Gianni Agnelli - Fotogramma
02 marzo 2024 | 11.21
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Il tribunale del Riesame di Torino ha accolto in parte il ricorso per 'vizio di motivazione' presentato dai legali di John Elkann e Gianluca Ferrero in relazione al materiale sequestrato lo scorso 7 febbraio, tra atti e dispositivi elettronici, nell'ambito dell'inchiesta della procura sull'eredità di Marella Caracciolo, vedova dell’avvocato Gianni Agnelli. In particolare il Riesame, si legge, ha "annullato in parte in parte il decreto emesso emesso in data 7 febbraio 2024 disponendo la restituzione agli aventi diritto di tutto quanto loro sequestrato, anche in copia, se non vincolati per altra causa, con eccezione di alcuni beni e documenti" relativi alle proprietà di Donna Marella Agnelli.

I legali di Elkann e Ferrero, Federico Cecconi, Paolo Siniscalchi e Carlo Re per Elkann, Paolo Davico Bonino e Marco Ferrero per Ferrero, avevano contestato la pertinenza e la proporzione tra la quantità di materiale sequestrato e il capo d’imputazione che riguarda le dichiarazioni fiscali di Marella relative agli anni 2018 e 2019.

"Siamo ovviamente soddisfatti perché è stato affermato un principio giuridico del quale eravamo molto convinti", commentano gli avvocati di John Elkann.

"Il tribunale ha accolto pressoché integramente il nostro ricorso, disponendo la restituzione della quasi totalità del materiale sequestrato. Manteniamo la nostra tranquillità e la piena fiducia nel lavoro dei magistrati", sottolineano ancora i legali.

Soddisfazione per la decisione del tribunale del Riesame di Torino è stata espressa anche dai legali di Gianluca Ferrero. "Esprimiamo soddisfazione per il dispositivo del Tribunale di Torino - si legge in una nota degli avvocati - che ha riconosciuto le nostre ragioni su un principio di garanzia del cittadino, tanto più valido quando si tratti di uno stimato professionista vincolato e protetto per legge dal segreto professionale", concludono i due legali.

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