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Eredità Agnelli, mancate tasse successione: nuova ipotesi reato contestata a fratelli Elkann

Le mancate imposte stimate in una quarantina di milioni di euro, denaro che secondo gli investigatori avrebbe dovuto essere tassato perché la successione si sarebbe dovuta aprire in Italia e non in Svizzera

Marella e Gianni Agnelli - Fotogramma
Marella e Gianni Agnelli - Fotogramma
08 marzo 2024 | 19.10
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Ruota intorno ai circa 700 milioni di euro che John, Lapo e Ginevra Elkann avrebbero ricevuto in eredità dalla nonna Marella  la nuova ipotesi di reato , truffa ai danni dello Stato, contestata dalla procura ai tre fratelli, al commercialista Gianluca Ferrero e al notaio svizzero che curò l’eredità della vedova dell’Avvocato Giovanni Agnelli, Urs Robert von Gruenigen. Secondo i magistrati torinesi l'accusa sarebbe legata a mancate imposte successorie stimate in una quarantina di milioni euro, cifra, a quanto si apprende, calcolata dagli inquirenti sulla base di alcune dichiarazioni integrative presentate da John Elkann per gli anni d’imposta 2019-2020-2021 come redditi maturati all’estero. A tal proposito, però, gli avvocati di Elkann, Paolo Siniscalchi, Federico Cecconi e Carlo Re avevano già precisato che “non esiste alcun tesoro estero che John Elkann abbia nascosto a qualsivoglia autorità: l’origine e il trattamento fiscale delle disponibilità del nostro assistito di cui si scrive in questi giorni come se fosse un ‘tesoretto’ nascosto e improvvisamente scoperto è in realtà noto da anni, perché egli stesso lo ha dichiarato all’Agenzia delle Entrate, pagando ogni tassa dovuta”.

Nell’ipotesi degli investigatori, quel denaro (i circa 700 milioni, ndr) che arriverebbe dal patrimonio di Marella Caracciolo avrebbe dovuto essere tassato perché la successione si sarebbe dovuta aprire in Italia e non in Svizzera dato che, secondo i magistrati, la residenza elvetica della vedova dell’Avvocato, scomparsa nel febbraio 2019, sarebbe stata fittizia poiché almeno negli ultimi anni sarebbe di fatto vissuta in Italia. Nel nuovo decreto con cui mercoledì i pm torinesi hanno risequestrato parte del materiale, tra cui telefonini e dispositivi elettronici, che avrebbe dovuto essere restituito a John Elkann e a Gianluca Ferrero dopo che una settimana fa il tribunale del Riesame ha accolto il ricorso per ‘vizio di motivazione’ presentato dai legali di entrambi, inoltre e’ stata estesa ad altre annualità, al 2016 e al 2017, la frode fiscale contestata nel precedente decreto dell’8 febbraio, a John Elkann, Ferrero e al notaio svizzero solo per gli anni 2018 e 2019.

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