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Emergenza Ocean Viking, "356 sopravvissuti, ora porto sicuro"

Medici senza frontiere in un tweet: "L'Europa deve urgentemente agire e porre fine al blocco degli sbarchi". Medico a bordo della nave: "Le persone stanno perdendo la cognizione del tempo, è difficile per loro capire cosa sta accadendo"

(Foto Afp)
(Foto Afp)
21 agosto 2019 | 18.04
LETTURA: 3 minuti

"Abbiamo a bordo 356 sopravvissuti, 356 vite che chiedono umanità Abbiamo bisogno al più presto di un porto sicuro di sbarco. #OceanViking". Così Medici senza frontiere in un tweet ribadisce con urgenza, dopo 12 giorni di stallo in condizioni sempre più difficili per i naufraghi, la richiesta di un porto sicuro per le 356 persone, di cui 103 sono bambini o minori sotto i 18 anni, in maggior parte non accompagnati, salvate nel Mediterraneo.

"Le persone salvate da #OpenArms sono finalmente al sicuro sulla terraferma dopo le inutili sofferenze in mare - aveva scritto la Ong in un tweet precedente - L'Europa deve urgentemente agire e porre fine al blocco degli sbarchi che ancora oggi lascia 356 uomini, donne e bambini vulnerabili sulla #OceanViking in mezzo al mare".

“Perché non ci stiamo muovendo?”, “Torneremo in Libia?”, sono tra le principali domande che i sopravvissuti rivolgono agli operatori di Msf e Sos Mediterranee, che gestiscono la nave in collaborazione fa sapere in una nota Medici senza frontiere aggiungendo che "la maggioranza dei sopravvissuti racconta di aver subito detenzione arbitraria, estorsioni e violenze in Libia e mostra i segni delle torture. Ci sono anche le vittime del conflitto armato in Libia, feriti di guerra che vengono curati nella clinica a bordo".

“Nel mezzo del Mediterraneo, con i giorni che passano quasi tutti uguali, le persone stanno perdendo la cognizione del tempo, faticano perfino ad identificare gli orari per mangiare o per pregare” spiega Luca Pigozzi, medico di Msf a bordo della nave aggiungendo: “È difficile per loro capire ciò che sta accadendo, proviamo a spiegarlo con l’aiuto del nostro mediatore interculturale”. La sera è uno dei momenti più delicati: “Riuscire a trovare un posto sul ponte dove tutti possano dormire non è facile. Sono più di 10 giorni che 356 persone sono bloccate in mare. Questo è vergognoso oltre che disumano” conclude Pigozzi che chiede "al più presto un porto sicuro perché queste persone possano toccare terra e finalmente trovare una condizione di sicurezza e umanità”. (GUARDA IL VIDEO)

Dal 9 al 12 agosto la Ocean Viking, gestita in collaborazione da Msf e Sos Mediterranee ha soccorso 356 uomini, donne e bambini. Dopo il mancato riscontro dalle autorità marittime libiche competenti nell’area, abbiamo richiesto formalmente a Italia e Malta di prendere il coordinamento e assegnare alla nave un porto sicuro. Le due organizzazioni stanno interessando anche gli altri stati europei nel tentativo di trovare una soluzione tempestiva che garantisca lo sbarco in un porto sicuro per tutte le persone soccorse.

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