"Una cosa del genere era imprevedibile. Non ho memoria di una tragedia simile sull'arco alpino"
Il crollo sulla Marmolada "un fiume di ghiaccio, sassi e rocce" che non hanno lasciato scampo e che "rende difficile ora operare in sicurezza". Walter Cainelli, presidente del Soccorso alpino Trentino, è stato tra i primi ad arrivare ieri sulla Marmolada per un allarme scattato come "valanga" ma che ha preso presto le dimensioni della tragedia: la neve può creare bolle d'aria, i massi e il ghiaccio sono invece un tritacarne. "Ci siamo messi a lavoro chiedendo l'aiuto di tutti i Corpi, hanno iniziato a sorvolare la zona fino a dieci elicotteri, ma solo più tardi abbiamo capito davvero la portata delle persone coinvolte", spiega all'Adnkronos.
"Abbiamo recuperato subito morti e feriti in superficie, poi abbiamo perlustrato con la vista e l'udito, quindi sono entrati in azione sette unità cinofile e una sorta di sonar che riesce a captare gli strumenti elettronici che rimandano segnali (i cellulari) anche se sepolti. Alcune delle vittime erano in cordata ma seguendo la corda abbiamo anche recuperato chi era più in basso ed è stato travolto dagli escursionisti", dice l'esperto che anche oggi non smette di lavorare.
"Solo quando è stato attivato il numero per segnalare i dispersi abbiamo davvero capito quale potrebbe essere la cifra definitiva di vittime. Sarà difficile recuperarle perché farlo mette in pericolo i soccorritori; l'unico modo è sorvolare l'area con dei droni e con gli elicotteri calarsi dall'alto e tentare il recupero dei resti".
Nessuno aggiunge il numero dei dispersi alle vittime, ma chi conosce la montagna sa che solo un miracolo potrebbe restituire qualcuno ancora in vita. E che continuare le ricerche - visto che un blocco alto più di un palazzo è rimasto 'sospeso' e rischia il crollo - sarebbe troppo rischioso per i soccorritori. "Mi spiace dire ai parenti dei dispersi che forse non potremo recuperare i loro cari", ma è un rischio che vale solo nel tentativo di salvare vite.
Se Cainelli ha apprezzato la vicinanza del presidente del Consiglio, Mario Draghi - che ha riconosciuto il lavoro dei soccorritori e si è stretto alle famiglie delle vittime - diffida da chi sui social si finge un esperto. "Stiamo parlando di un ghiacciaio sommitale e una cosa del genere era imprevedibile. Non ho memoria di una tragedia simile sull'arco alpino", conclude.