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Crolla il muro dell'omertà a Bagheria, 22 arresti

02 novembre 2015 | 08.09
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Crolla il muro dell'omertà sul pizzo a Bagheria, grosso centro del palermitano, dove all'alba i carabinieri del Comando Provinciale di Palermo hanno arrestato persone accusate di essere capi e gregari del mandamento mafioso di Bagheria. I reati contestati sono, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, sequestro di persona e danneggiamento a seguito di incendio.

Le indagini, avviate nel maggio 2013 (all'indomani dell'operazione 'Argo') e condotte dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo con il coordinamento della locale Direzione Distrettuale Antimafia, "hanno evidenziato la soffocante pressione estorsiva esercitata da temutissimi capi mafia che, dal 2003 al 2013, si sono succeduti ai vertici del sodalizio mafioso", dicono i militari dell'Arma.

Una cinquantina le estorsioni documentate grazie alla dettagliata ricostruzione fornita da 36 imprenditori locali che hanno trovato il coraggio, dopo decenni di silenzio, di ribellarsi al giogo del pizzo.

"Lo scenario delle 'imposizioni' si presenta estremamente ricco e variegato in quanto, se pur particolarmente attento al settore dell’edilizia, incideva su ogni remunerativa attività economica locale, dai negozi di mobili e di abbigliamento alle attività all’ingrosso di frutta e di pesce, ai bar, alle sale giochi, ai centri scommesse", spiegano gli inquirenti.

Tra i testimoni, anche la drammatica vicenda di un imprenditore edile che racconta di aver iniziato a mettersi ''a posto'' già negli anni '90 e di non essere più riuscito a non pagare, vedendosi addirittura costretto per 10 anni a versare 3 milioni di lire al mese alla famiglia del reggente del mandamento mentre era in carcere, oltre a dover pagare al sodalizio significative percentuali dell'importo degli appalti aggiudicati.

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