La curva del contagio registra la prima 'frenata'. E' l'elemento che emerge nella conferenza -sui dati del monitoraggio settimanale sull'evoluzione epidemiologica del Covid-19 in Italia- tenuta da Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, da Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di sanità, e da Gianni Rezza, il direttore del Dipartimento della Prevenzione del ministero della Salute.
LOCATELLI - "C'è un effetto delle misure adottate con i vari Dpcm, c'è un'iniziale ma chiara decelarazione della curva della trasmissibilità dell'infezione. Il dato relativo all'Rt è un indicatore della decelerazione. I dati fanno riferimento alla settimana che va dal 2 di novembre all'8 di novembre, con la sola eccezione dell'occupazione dei posti letto nelle terapie intensive e nelle aree mediche: in questo caso il dato fa riferimento all'11 novembre. Se pensate al bollettino diffuso dalla Protezione Civile, ieri per il quarto giorno consecutivo si è osservato un calo del numero degli accessi alle terapie intensive: 122, 110, 89 e ieri 60. Questo sta ad indicare che il sistema messo a punto con una diversificazione delle misure con la stratificazione in classi di rischio differenziate sta portando i frutti e permette di gestire una situazione che rimane critica, ma rispetto alla quale cominciamo a vedere una decelerazione chiara e inequivocabile. Va confermata, ma deve essere fortemente motivante per far andare la curva epidemica nella direzione sperata".
Capitolo medici: "Ritengo che il ruolo dei medici di medicina generale sia cruciale e vada portato al centro del sistema di gestione dei malati, soprattutto in ambito domiciliare. Non finirò mai di sottolineare il contributo di questi medici, che vanno valorizzati e inclusi nel processo di gestione. E' pronto un documento che è stato promosso su iniziativa del ministro della Salute e che vuole essere una linea di indirizzo, destinata ad essere impiegata dai medici di medicina generale".
BRUSAFERRO - "L'obiettivo è portare l'Rt sotto 1 nel più breve tempo possibile. L'epidemia in Italia mostra un primo segnale precoce di impatto delle misure di mitigazione messe in atto dal 14 ottobre. Bisogna monitorizzare l'andamento e mantenere una grande consapevolezza del rischio attuale, alto in quasi tutte le regioni italiane. Dal punto di vista dell'Rt c'è stata una leggera flessione e la maggior parte delle regioni è collocata nello scenario 3, con il limite inferiore di Rt tra 1,25 e 1,5. Alcune regioni sono arrivate nello scenario 4. E' fondamentale ridurre la trasmissione e il numero di nuovi casi. Questo va fatto auspicabilmente nel modo più rapido possibile, un declino lento dell'Rt comporterebbe comunque un numero di casi molto elevato e quindi un numero di casi che metterebbe sotto stress i servizi sanitari".
Il quadro generale: "L'epidemia colpisce tutti i paesi europei con intensità crescente. L'rt è andato progressivamente crescendo dall'inizio di ottobre, in questa settimana possiamo censire una lieve riduzione dell'rt che ancora non si traduce in un calo della curva. Se da un lato c'è un'indicazione sul fatto che le misure adottate stanno funzionando, dall'altra si vede che il numero dei casi è ancora significativo e non bisogna allentare. L'età mediana delle persone che contraggono l'infezione sta lentamente crescendo. Non siamo ai livelli di marzo, ma sta lentamente crescendo. Il numero di persone anziane che contraggono l'infezione è cresciuto''.
Nel complesso, ''la parte di asintomatici supera il 50% abbondantemente. Sono costanti le quote con sintomatologia lieve e severa, questi sono aspetti importanti: sono le persone che principalmente impattano sui nostri servizi sanitari. Questi numeri comportano un sovraccarico nei servizi territoriali, sta crescendo il sovraccarico nei servizi assistenziali. Quando la numerosità dei positivi su base quotidiana è molto elevata c'è difficoltà a contattare tutti i positivi e tutti i soggetti entrati a contatto con un positivo”. Capitolo terapia intensiva e area medica: “Le curve sono in aumento, i valori ci mostrano situazioni in cui si stanno raggiungendo le soglie. I dati tengono conto dei posti letto attualmente disponibili, nelle proiezioni si può e si deve tenere conto dei posti letto attivabili e che nei diversi contesti regionali si stanno attivando".
REZZA - "C'è una tendenza alla diminuzione della trasmissione dell'infezione nel paese. Questo è l'indicatore più precoce che abbiamo. Spero che la tendenza si confermi nelle prossime settimane, potrebbe essere la conseguenza dei provvedimenti adottati sia su scala nazionale che locale. Alcune regioni hanno varato autonomamente misure, l'effetto si riflette sulla tendenza della riduzione della trasmissione. I dati riferiti alla scorsa settimana evidenziano un aumento dei ricoveri e dei ricoveri in terapia intensiva. Nelle varie regioni, ci sono elementi che evidenziano una tendenza positiva. In alcune regioni in cui c'era un Rt da zona rossa si intravede una de-escalation. Il quadro tendenzialmente ci fa sperare, ma bisogna vedere come si consoliderà nei prossimi giorni. Il sovraccarico ospedaliero rimane e questo è uno dei maggiori problemi da affrontare. Se l'Rt scende anche ad 1,2, il numero dei casi tende ancora ad aumentare. Per avere un forte impatto, l'Rt va portato molto al di sotto di 1".