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Covid, parla il medico multato per 'troppo lavoro': "Ferita profonda"

Vito Procacci: "Da Mattarella mi aspetto risposte, io per 2 anni non ho visto i mie cari per paura di contagiarli"

Vito procacci - (Foto dal profilo Facebook)
Vito procacci - (Foto dal profilo Facebook)
22 ottobre 2023 | 00.03
LETTURA: 2 minuti

"La multa per aver lavorato troppe ore in più - perché, sia chiaro, non si tratta di straordinari - sarà materia di discussione nelle sedi opportune. Resta comunque una profonda ferita perché quella sanzione di 27.100 euro è una grave offesa non solo per me, ma per tutta la categoria dei medici e operatori sanitari di Medicina d'emergenza e urgenza che rappresento". È un fiume in piena Vito Procacci, direttore dell'Unità operativa Pronto Soccorso e Medicina d'emergenza e urgenza dell'Azienda ospedaliera universitaria Policlinico Bari.

Raggiunto al telefono dall'Adnkronos Salute al termine del suo turno al Pronto soccorso, sfoga la sua amarezza e delusione per una vicenda che lo ha "offeso e ferito": "Ho scritto al capo dello Stato dal quale mi aspetto risposte. Io per due anni durante la pandemia non ho visto la mia famiglia, vivevo isolato dai mei cari per paura di contagiarli. E cosa più grave non ho potuto assistere alla laurea di mia figlia. Ora vengo ripagato così".

Durante l'emergenza sanitaria "in Pronto soccorso io e i mei 120 operatori abbiamo fatto appello a tutte le nostre forze - ricorda Procacci - Io mi sono privato degli affetti più cari, questo provvedimento è un'offesa terribile. Poi non stupiamoci se i giovani disertano le Scuole di specializzazione di Medicina d'emergenza, sempre meno attrattive. I Pronto soccorso sono in deficit di personale, c'è un enorme carico di lavoro e non abbiamo nessun tipo di valorizzazione professionale né economica. Risultato? Il 70% delle borse di studio di Medicina d'emergenza non sono state affidate nelle università di tutta Italia. I giovani scelgono altre strade, e noi ci ritroviamo sotto ricatto dei medici delle cooperative".

Nonostante "la ferita per tutta la categoria - conclude Procacci - ho una fede incrollabile per la Medicina d'emergenza. Dopo aver reso pubblica la mia lettera al capo dello Stato mi ha chiamato il senatore Ignazio Zullo, membro della X Commissione permanente Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale, esprimendo vicinanza e solidarietà a me e alla categoria. Inoltre, ha detto di essere certo che questa vicenda si risolverà per il meglio". Dal Colle, nessun cenno al momento? "Nessuno, so solo che la mia pec è arrivata a destinazione".

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