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Covid Italia, Gimbe interrompe report settimanale

"In considerazione della progressiva riduzione della circolazione virale e dell'impatto sempre minore su ospedalizzazioni e decessi"

(Fotogramma)
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20 marzo 2023 | 10.19
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Si riduce l'impatto della pandemia e calano le preoccupazioni legate alle varianti. Così la Fondazione Gimbe sospende il report settimanale del suo monitoraggio indipendente Covid-19 e della campagna vaccinale, pubblicando oggi l'ultimo bollettino.

"In considerazione della progressiva riduzione della circolazione virale da dicembre 2022, dell'impatto sempre minore su ospedalizzazioni e decessi, del sostanziale immobilismo della campagna vaccinale sui richiami e dell'assenza di nuove varianti di preoccupazione - spiega il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta - dopo 3 anni sospendiamo il report settimanale. Confidando di avere reso un servizio utile al Paese, continueremo ad aggiornare i dati della pandemia e della campagna vaccinale sul nostro sito web".

ULTIMO REPORT - Secondo i risultati del monitoraggio indipendente nella settimana dal 10 al 16 marzo sono stabili i contagi Covid in Italia, così come i decessi e le presenze in terapia intensiva, nell'ultima settimana, mentre i ricoveri scendono del 7,9%. "Dopo la discesa delle ultime due settimane sono sostanzialmente stabili (-1%) i nuovi casi settimanali, che rimangono comunque ampiamente sottostimati. Dai 23,9mila nella settimana precedente si attestano a quota 23,7mila, con una media mobile a 7 giorni di 3.387 casi al giorno" afferma Cartabellotta, presentando i dati.

I decessi passano a 212 contro i 216 di 7 giorni fa, le terapie intensive sono stabili a 104 presenze e le persone in isolamento domiciliare sono 139.157 contro 141.005. In calo i ricoveri con sintomi (2.727 contro 2.962). I nuovi casi aumentano in 10 Regioni: dal +1,2% della Toscana al +33,8% della Basilicata. In calo le restanti 10 Regioni: dal -4% del Piemonte al -25,8% della Valle d’Aosta; mentre è stabile la Puglia con una variazione dello 0%. In 61 Province si registra un aumento dei nuovi casi: dal +0,1% di Treviso al +76,9% di Lodi. Nelle restanti 44 Province si rileva una diminuzione dei nuovi casi (dal -0,6% di Brescia al -43,2% di Reggio Calabria); stabili le province di Fermo e Verona con una variazione dello 0%.

Sul fronte degli ospedali, in termini assoluti, i posti letto Covid occupati in area critica, raggiunto il massimo di 148 il 28 febbraio, restano fermi a quota 104 il 16 marzo; in area medica, raggiunto il massimo di 3.331 il 23 febbraio, sono scesi a 2.727 il 16 marzo. Al 16 marzo il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è del 4,3% in area medica (dall’1,8% della Basilicata al 10,1% dell'Umbria) e dell’1% in area critica (dallo 0% di Basilicata, Marche, Provincia Autonoma di Bolzano e Valle d’Aosta al 2,8% dell'Emilia Romagna). "Stabili gli ingressi giornalieri in terapia intensiva con una media mobile a 7 giorni di 11 ingressi al giorno rispetto ai 12 della settimana precedente", puntualizza Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe. Per i decessi si è registrata una media di 30 al giorno rispetto ai 31 della settimana precedente.

QUINTA DOSE VACCINO - Non decolla la campagna vaccinale per la quinta dose del vaccino anti Covid, raccomandata alle categorie più a rischio. Sono state infatti meno di 500mila le somministrazioni in 5 mesi, con una copertura ferma al 15,7%, secondo quanto indica il monitoraggio Gimbe.

La platea per il terzo richiamo, o quinta dose, aggiornata al 20 gennaio, è di poco più di 3 milioni di persone: di queste, 2,4 milioni possono riceverlo subito, 200mila non sono eleggibili nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni e 500mila l’hanno già ricevuto. Più nel dettaglio, dopo cinque mesi dall’avvio della campagna, al 17 marzo sono state somministrate 495.567 quinte dosi, con una media mobile di 746 somministrazioni al giorno, in aumento rispetto alle 735 della scorsa settimana (+1,5%). Il tasso di copertura nazionale per le quinte dosi è del 15,7% con nette differenze regionali: dal 6% della Campania al 29,9% del Piemonte.

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