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Covid Italia, report: curva contagi punta in alto, +36% in 7 giorni

I dati Gimbe per la settimana 9-15 marzo: frena discesa ricoveri, stabile calo terapie intensive. Vaccinazioni in stallo

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17 marzo 2022 | 10.50
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La curva dei contagi da Covid in Italia "punta in alto", i casi sono cresciuti del "36% in 7 giorni". L'inversione "è netta". A rilevarlo è il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe che nella settimana 9-15 marzo, rispetto alla precedente, fotografa l'aumento dei nuovi casi: quasi 380mila (379.792), contro 279mila. Continua invece la diminuzione dei decessi (976 contro 1.201) che è pari a -18,7%. I casi attualmente positivi salgono a 1.036.124 (erano 1.011.521) e aumentano anche le persone in isolamento domiciliare (1.027.149 contro 1.002.153).

"Dopo cinque settimane di calo e l'arresto della discesa la scorsa settimana - dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - si inverte nettamente la curva dei nuovi casi settimanali, che si attestano intorno a quota 379 mila, con un incremento del 35,9% e una media mobile a 7 giorni che sale da circa 40 mila casi dell’8 marzo ad oltre 54 mila il 15 marzo (+30,3). Un'inversione di tendenza che riconosce diverse cause: dal rilassamento della popolazione alla diffusione della più contagiosa variante Omicron BA.2", Omicron 2, "dal calo della protezione vaccinale nei confronti dell’infezione alla persistenza di basse temperature che costringono ad attività al chiuso".

Nella settimana 9-15 marzo si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi in tutte le regioni ad eccezione della Valle D'Aosta: si va dal +70% dell'Umbria al +3% del Molise. In tutte le province, tranne Isernia ed Aosta, si registra un incremento percentuale dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente. Salgono da 48 a 66 le province con incidenza superiore a 500 casi per 100.000 abitanti, di cui 17 superano quota 1.000 casi per 100.000 abitanti.

FRENA DISCESA RICOVERI - Frena intanto la discesa dei ricoveri Covid in area medica (è stata del 3,5% nell'ultima settimana) mentre rimane stabile il ritmo del calo delle terapie intensive e dei decessi. I ricoveri con sintomi calano a 8.473 (erano 8.776 la settimana precedente) e le terapie intensive passano da 592 a 502.

"Sul fronte degli ospedali - afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui servizi sanitari della Fondazione Gimbe - si rileva un'ulteriore riduzione dei posti letto occupati da pazienti Covid in terapia intensiva (-15,2%), mentre l'incremento del numero di nuovi casi frena la discesa di quelli in area medica (-3,5%)". In particolare, in area critica dal picco di 1.717 del 17 gennaio i ricoveri scendono a 502 il 15 marzo. In area medica dal picco di 19.913 del 31 gennaio i ricoveri sono scesi al minimo di 8.234 il 12 marzo per poi risalire raggiungendo quota 8.473 il 15 marzo.

Al 15 marzo il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è del 13% in area medica e del 5,3% in area critica. Abruzzo, Basilicata, Calabria, Puglia, Sardegna, Sicilia e Umbria superano la soglia del 15% in area medica, con la Regione Calabria che arriva al 29,7%. Nessuna Regione va invece oltre la soglia del 10% nelle terapie intensive. "Dopo due mesi di riduzione - puntualizza Marco Mosti, Direttore operativo della Fondazione Gimbe - si stabilizza il numero degli ingressi giornalieri in terapia intensiva la cui media mobile a 7 giorni si attesta a 41 ingressi giornalieri rispetto ai 43 della settimana precedente".

CAMPAGNA VACCINALE IN STALLO - In Italia sono 6,98 milioni i non vaccinati contro Covid, di cui 2,39 milioni sono persone che si sono infettate e sono guarite. "La campagna vaccinale è in stallo nonostante quasi 4,6 milioni di vaccinabili con prima dose", dato che non tiene conto delle esenzioni di cui non è noto il dato esatto, "e 2,9 con booster", segnala ancora il monitoraggio che mostra come non stiano crescendo le percentuali di popolazione vaccinata con almeno una dose (85,6%) e con ciclo completo (83,8%). Il tasso di copertura delle terze dosi è all’83,5%, "con nette differenze regionali", mentre sono 35.390 le quarte dosi somministrate agli immunocompromessi (4,5% su una platea ufficiale di 791.376).

Al 16 marzo oltre 50,6 mln di italiani hanno ricevuto almeno una dose di vaccino (+27.399 rispetto alla settimana precedente) e oltre 49,6 mln ha completato il ciclo vaccinale (+93.489 rispetto alla settimana precedente). Ancora in calo nell’ultima settimana il numero di somministrazioni (441.837), con una media mobile a 7 giorni di 63.120 somministrazioni al giorno: si riducono del 6,6% le terze dosi (320.925) e del 22,3% i nuovi vaccinati (23.783).

Le coperture con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce d'età: dal 99,4% degli over 80 al 37,2% della fascia 5-11, così come sul fronte dei richiami, che negli over 80 hanno raggiunto l’88,6%, nella fascia 70-79 l’87,4% e in quella 60-69 anni l’84,1%. Guardando ai nuovi vaccinati il 19,6% è rappresentato dalla fascia 5-11: 4.663 con un calo del 12,9% rispetto alla settimana precedente. Nonostante l’obbligo vaccinale e l’obbligo di green pass rafforzato sui luoghi di lavoro, tra gli over 50 il numero di nuovi vaccinati scende ancora, attestandosi a quota 6.449 (-37,4% rispetto alla settimana precedente). "Dal 28 febbraio sono state somministrate solo 16.720 dosi vaccino Novavax", si fa notare nel report, "di cui il 58,5% in persone over 50, la maggior parte delle quali in età lavorativa". "Tutti i dati dimostrano - conclude il presidente Cartabellotta - che la campagna vaccinale è ormai in una fase di stallo".

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