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Covid, Gelmini: "Da 20 aprile speriamo qualcosa si possa aprire"

Per il ministro "maggio deve essere il mese della riapertura delle attività economiche"

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09 aprile 2021 | 07.55
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"Abbiamo la convinzione, la certezza, che il piano vaccinazioni sta andando avanti. Oggi di fronte a questo virus abbiamo un antidoto: il piano vaccinazioni, pur con delle criticità, sta andando avanti, c'é una leale collaborazione tra le Regioni, il generale Figliuolo, la Protezione Civile, il Ministero della Salute. Vogliamo riaprire il Paese in sicurezza, in questo mese abbiamo riaperto le scuole, fatto ripartire i concorsi, maggio deve essere il mese della riapertura delle attività economiche e ci auguriamo, ovviamente sulla base dell'andamento dei contagi e delle vaccinazioni, che si possa aprire qualcosa già dal 20 aprile". Così, a Radio anch'io, Mariastella Gelmini, ministro degli Affari regionali.

"Il Paese è chiuso da un anno, ormai anche i provvedimenti di chiusura hanno un impatto sempre più debole - spiega - il Governo è perfettamente consapevole non solo dei grandi sacrifici che il Paese ha fatto ma anche che dobbiamo cercare di andare verso un metodo diverso, che contempli l'attenzione al numero di persone che vengono vaccinate, all'utilizzo dei tamponi e del tracciamento e soprattutto al fatto che le attività economiche hanno la necessità di ripartire. I ministri delle attività economiche stanno già lavorando ai protocolli per poter riaprire nel più breve tempo possibile".

Sulle disdette alla somministrazioni delle dosi per paura, il ministro dice: La vicenda di AstraZeneca dimostra che la sorveglianza è alta e che anche con casi limitatissimi si interviene per azzerare i rischi. Sono certa che siamo ormai in grado di riprogrammare la campagna vaccinale in pochissimo tempo, senza interruzioni né ritardi. Alle persone dobbiamo dire di avere fiducia sulla scienza, massimo della trasparenza e precauzione, il vero rischio è non vaccinarsi, che su questo tema si è usato il massimo della trasparenza nella lettura dei dati ma anche il massimo della precauzione: il vero rischio è non vaccinarsi. Se le case farmaceutiche rispetteranno per una volta gli impegni presi, attraverso la vaccinazione il Paese tornerà a vivere".

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