Rom: Costache, chiudere i campi? Sì ma pari opportunità su casa e lavoro

"I campi non devono esistere ma non nel senso che intende Salvini. Non dovevano essere mai costruiti. Lui dice che i rom devono comprarsi una casa o andare in affitto come tutti gli altri. Allora convinca gli italiani che i rom sono come tutti gli altri, e non che quando vado a chiedere lavoro non mi fanno lavorare solo perché sono rom". Emil Costache, operatore sociale rom, commenta così all'Adnkronos le parole del leader della Lega, Matteo Salvini, che "raderebbe al suolo i campi rom".

"Anche io vivevo in un campo nomadi e ora mi trovo in un centro ma il mio sogno e dei miei figli è andare a vivere in una casa - dice Costache - Quando ci abbiamo provato quelli che abitavano nel palazzo ci hanno detto che una famiglia rom non la volevano".

"Io vivevo in questo campo dove faceva freddo, ci riscaldavamo con una bombola a gas che prima di andare a dormire dovevo spegnere - racconta - Mio figlio all'epoca aveva circa 8 anni e andava a casa dei compagni di scuola italiani per fare i compiti. Una sera mi ha raccontato che aveva giocato con la Xbox e aveva visto la tv al plasma. Ma la cosa che lo aveva colpito veramente era il gran caldo che c'era in casa, più di tutto il resto".

Costache spiega che "negli ultimi tempi tanti rom sono andati via dall'Italia. Tra quelli che conosco io, solo da Roma ne sono andati via più di 200. Questo perché la politica di inclusione e sociale italiana, non solo verso i rom ma anche verso gli italiani, ha spinto tanti a lasciare l'Italia".

"Molti sono andati in Paesi dove ci sono politiche diverse, come la Germania - sottolinea - Qui da noi abbiamo le stesse politiche da 20-30 anni, sono stati spesi tanti soldi che non hanno portato a niente di buono. I rom hanno perso una parte della loro cultura e della loro tradizione, anche di dignità, facendoli vivere nei 'campi'".