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Consiglio di Stato: "Proroga concessioni spiagge illegittima, subito le gare"

Stop alla deroga prevista per l'anno in corso. Serve "procedura realmente concorrenziale"

Ombrelloni in spiaggia - Fotogramma
Ombrelloni in spiaggia - Fotogramma
30 aprile 2024 | 19.55
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Le spiagge sono una risorsa "sicuramente scarsa" e la scadenza delle concessioni balneari al 31 dicembre 2023 deve essere rispettata, e dunque vanno disapplicate le proroghe alla fine del 2024. E' quanto ha stabilito il Consiglio di Stato in una sentenza depositata il 30 aprile.

Per questo "dando applicazione alla sentenza della Corte di Giustizia Ue" si deve "dare immediatamente corso alla procedura di gara per assegnare la concessione in un contesto realmente concorrenziale".

Il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso presentato dai proprietari di uno stabilimento di Rapallo, i Bagni San Michele. I giudici amministrativi sottolineano che i Comuni non devono applicare la legge che concede la proroga delle concessioni: "La disposizione introdotta dalla l. n. 14 del 2023" si legge nella sentenza "dovrebbe e deve essere essa stessa disapplicata".

Le reazioni della maggioranza

"Il Consiglio di Stato ha qualche problema con le misure, sia delle coste italiane che delle proprie competenze. Esiste una legge dello Stato che proroga al 31 dicembre 2024 le concessioni balneari e, dato che il potere legislativo spetta al Parlamento, la magistratura deve far rispettare quella legge, non boicottarla", afferma il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio, responsabile del dipartimento Agricoltura e Turismo della Lega.

"Inoltre, su quali basi il Consiglio di Stato parla delle coste come di una risorsa ‘sicuramente scarsa’? Hanno effettuato misurazioni che non sono a nostra conoscenza? Gli unici assunti sforniti di prova sembrano essere proprio quelli che i giudici di Palazzo Spada continuano a ripetere nelle loro sentenze”.

"Il governo - ricorda Centinaio - ha effettuato una rigorosa mappatura delle coste e, a partire da quei numeri, ha avviato un confronto con Bruxelles per giungere a un’intesa che, nelle nostre intenzioni, deve salvaguardare pienamente i concessionari attuali. Questo è l’unico tavolo che conta per giungere a una soluzione della questione. Almeno finché non riusciremo a cambiare la direttiva Bolkestein, un testo vecchio e scritto male, che sta all’origine di una insensata persecuzione nei confronti di categorie come i balneari, le guide turistiche e gli ambulanti", conclude.

Se la prende con i giudici anche il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri: "Il Consiglio di Stato ha bisogno di consigli sul suo stato. Che appare, diciamo, criticabile. Dovrebbero sapere, al Consiglio di Stato, che è stata fatta una mappatura delle coste italiane e risulta che quella delle spiagge non è una risorsa scarsa", attacca. "È un dato certo, verificato dal governo, documentato con dati inoppugnabili. Spiace davvero - insiste Gasparri - che il Consiglio di Stato dia consigli sbagliati allo Stato e prescinda dalla realtà. Questo è un problema molto serio e molto grave. Del quale da qualche parte si dovrà pur discutere. Se il Consiglio di Stato decidesse che oggi è venerdì, tuttavia oggi resterebbe sempre martedì. Diamo un consiglio al Consiglio di Stato. Legga documenti e certificazioni e dia consigli migliori allo stesso Stato che dovrebbe corroborare, non ostacolare".

"Il Consiglio di Stato continua a interpretare la Bolkestein secondo un indirizzo del tutto arbitrario. Ben sapendo che la direttiva non riguarda le concessioni demaniali, aggiunge ulteriore caos destabilizzando ancora una volta gli imprenditori del settore alla vigilia della stagione", dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d'Italia. "La Bolkestein prevede che laddove esista un interesse economico strategico nazionale lo Stato può disapplicare la direttiva che, comunque, esclude i balneari. Mentre il Governo è impegnato nei negoziati con la Commissione UE nel tentativo di strappare un compromesso quanto più favorevole al nostro sistema di eccellenza, la magistratura impone ai Comuni di disapplicare la proroga. Il Parlamento esautorato, il Governo ricattato dai tribunali amministrativi. Se qualche magistrato vuole fare politica, o ha nostalgia del comando, esca da Palazzo Spada", aggiunge.

L'opposizone: "Governo sbugiardato"

Di segno opposto la lettura che della sentenza dà l'opposizione. "Oggi con La sentenza n. 03940/2024 della VII sezione del Consiglio di Stato viene sbugiardato il lavoro di mappatura delle spiagge del governo Meloni che aveva allungato le spiagge italiane di 3 mila km portandole da 8.000 a 11.000 km. solo per dimostrare che le spiagge italiane sono un bene disponibile e quindi non mandare a gara le attuali concessioni demaniali", afferma il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Verdi e Sinistra Angelo Bonelli. "La sentenza stabilisce non solo che è illegittimo prorogare le concessioni demaniali marittime, ma - sottolinea il leader ambientalista - anche che le spiagge sono una risorsa scarsa. Contrariamente a quanto definito dalla mappatura del governo. Il gioco truffaldino è stato svelato anche da un tribunale".

Anche per il segretario di Più Europa Riccardo Magi "il Consiglio di Stato ha detto ciò che è sotto gli occhi di tutti ma che il Governo continua a ignorare: le spiagge in Italia sono risorse scarse e le gare per l’assegnazione vanno fatte subito. La famosa mappatura è solo una presa in giro e un tentativo maldestro di aggirare le norme europee per favorire la lobby dei Balneari tanto cara ai partiti di maggioranza. Alla faccia di tutti quegli imprenditori italiani che vorrebbero entrare nel settore che ma vedono il muro di un esecutivo che vuole meno Europa e ha solo l’interesse di proteggere una corporazione, punendo tutti gli altri italiani. Si alzino subito i canoni delle concessioni demaniali e si mettano a gara le spiagge”, chiede Magi.

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