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Caso Yara: spunta 'Ignoto 2' da esame Ris su Dna mitocondriale

Dopo 'Ignoto 1' spunta anche 'Ignoto 2' nell'inchiesta sull'omicidio di Yara Gambirasio. Un'ipotesi che emergerebbe leggendo una tabella dei Ris contenuta nella relazione in possesso dell'Adnkronos firmata da Carlo Previderè, consulente della Procura di Bergamo. Per il consulente della Procura il Dna mitocondriale non è di Bossetti. Per il genetista Giuseppe Novelli, il Dna nucleare è l'unico che permette di identificare con certezza un soggetto

Caso Yara: spunta 'Ignoto 2' da esame Ris su Dna mitocondriale
27 gennaio 2015 | 18.30
LETTURA: 5 minuti

Se la scienza è infallibile non può esserlo a fasi alterne: se il Dna non sbaglia, se è la 'prova regina' che certifica la colpevolezza di un sospettato, allora deve valere sempre. Ma per Massimo Giuseppe Bossetti, in carcere dal 16 giugno scorso con l'accusa di aver ucciso con crudeltà Yara Gambirasio, la traccia genetica sembra avere un doppio volto: nessun dubbio, al momento, che il suo Dna nucleare corrisponda con quello di 'Ignoto 1', ma con la stessa certezza il suo Dna mitocondriale non combacia con quello del presunto assassino. E questo, dal punto di vista scientifico è un'anomalia che agli esperti appare inspiegabile.

E c'è di più: leggendo la tabella estratta dalla relazione del Ris esaminata dall'Adnkronos si certifica che mista alla traccia biologica (mitocondriale) della vittima c'è quella di uno sconosciuto che non è Bossetti. Dopo 'Ignoto 1' dunque sembra spuntare 'Ignoto 2'. Un'anomalia messa nero su bianco che complica un caso che sembrava risolto e che pone di fronte alla stessa domanda: Bossetti è l'uomo abitudinario e senza ombre descritto dalla famiglia o il presunto mostro dall'"indole malvagia e priva del più elementare senso d'umana pietà" per il quale si vieta la scarcerazione?

La premessa, necessaria, è che gli esperti del reparto scientifico di Parma si sono concentrati su una grande traccia mista, contenente cioè i profili genetici di Yara e di 'Ignoto 1', presente sugli slip della 13enne di Brembate di Sopra, uccisa il 26 novembre 2010. In particolare di questa hanno esaminano due punti - 31G19 e 31G20 -. Da subito l'analisi del Dna mitocondriale estratto da queste tracce "palesava una situazione insolita", si legge nella relazione firmata il 5 gennaio scorso da Carlo Previderè, ricercatore responsabile del laboratorio di genetica forense dell'Università di Pavia e incaricato dal pm di Bergamo Letizia Ruggeri di analizzare i capelli e i peli trovati sul corpo della vittima.

A fronte di quantità "significativamente elevate di Dna maschile in tali campioni (circa il 50% nel campione 31G19 e circa il 70% nel campione 31G20)" per cui si è riusciti a risalire a 'Ignoto 1', invece l'analisi mitocondriale evidenziava una "componente maggioritaria" riferibile a Yara e una minoritaria di "difficile interpretazione"; la traccia 31G19 "produceva addirittura esclusivamente un aplotipo riconducibile alla vittima.

Tale situazione - si legge nella relazione firmata da Previderè - era apparentemente in contraddizione rispetto a quanto atteso dalle analisi genetiche su campioni biologi commisti". In generale a una traccia abbondante di Dna nucleare dovrebbe corrisponderne una direttamente proporzionale di Dna mitocondriale. In questo caso quest'ultimo è assente.

Ma a questa 'anomalia', l'esperto fornisce una spiegazione. Ci può essere "un numero di mitocondri diverso nelle cellule delle due componenti (vittima e indagato), nel caso in cui queste provengano dallo stesso tessuto biologico (per esempio sangue vittima e sangue indagato)". Per fare un'ipotesi il profilo mitocondriale di Yara può aver 'coperto' quello di 'Ignoto 1'. Ma la spiegazione sembrerebbe non reggere: non è che la stringa di Bossetti è 'meno' presente perché 'coperta' o 'degradata', il suo profilo mitocondriale non c'è.

Il Dna nucleare è come le impronte digitali, identifica in modo univoco un soggetto; per gli esperti quello mitocondriale, più sensibile, non può essere considerato meno attendibile. Il corpo di Yara, trovato a tre mesi di distanza dalla sua scomparsa, può aver fatto degradare il Dna mitocondriale, per cui possono essere rimaste più tracce di quello della vittima e non del suo presunto assassino, ma questo non può aver cancellato la traccia genetica, ossia il Dna mitocondriale di Bossetti sarebbe comunque dovuto esserci.

La tabella del Ris è chiara: c'è una stringa di dati che non corrisponde nè a Yara, nè a Bossetti e che potrebbe restituire informazioni genetiche, in linea materna, di un ceppo familiare di cui nulla si sa al momento. E sarà difficile ripetere, in contraddittorio l'esame del Dna trovata sul corpo della 13enne, visto che la traccia mista sarebbe terminata. Un 'Ignoto 2' su cui procura e difesa sono pronte a darsi battaglia fin dalle prossime ore visto che i legali di Bossetti hanno annunciato una nuova richiesta di scarcerazione.

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