E' quanto si legge nell'ordinanza
"Saidy portava sui campi, dopo averli reclutati i braccianti, in seguito alla richiesta di manodopera avanzata da Livrerio Bisceglia che comunicava telefonicamente il numero di lavoratori necessari sui campi ove, i braccianti venivano controllati e gestiti dal Bisceglia Matteo e assunti tramite documenti forniti dal Saidy che riceveva il compenso da Livrerio Bisceglia e distribuiva successivamente e che si faceva pagare l'importo di 5 euro da ogni bracciante per l'attività di intermediazione". E' quanto si legge nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di 16 persone (due in carcere, tre ai domiciliari e undici tra obblighi di dimora e obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria) all'origine dell'operazione anti-caporalato che ha coinvolto anche la moglie del prefetto Michele Di Bari, capo Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del ministero dell'Interno.
La manodopera, "costituita da decine di lavoratori di varie etnie" era destinata "alla coltivazione di terreni agricoli di proprietà, o comunque nella sua disponibilità" sottoponendo i lavoratori a "condizioni di sfruttamento".