L'attore ai bimbi: "Io penso che tra voi ci sarà chi troverà la parola per fermare la guerra"
Show di Roberto Benigni in piazza San Pietro con il Papa per la Giornata mondiale dei bambini tra temi più leggeri e impegnati. “Sembra una scena del Paradiso. Che rigoglio. Saluto tutti i bambini e le bambine. Un saluto affettuoso ai bimbi malati, le mamme, i babbi, i nonni, gli accompagnatori, tutti i cardinali, tutte le persone importanti che sono qua. Saluto il sindaco di Roma Gualtieri, il signor presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Saluto tutti, quelli importanti li ho salutati tutti. Non manca nessuno”, scherza Benigni.
“C’è qualcun altro da salutare?", chiede alla folla dei bambini in piazza. "Il Papa", rispondono i bimbi. “Nooo Santità - osserva Benigni - ma lei qui a portata di mano. Avrei voglia di venire lì a baciarla. Non so come dimostrare il mio amore. Lei che è argentino, potrei ballare un tango qua davanti. Per dimostrarle il mio amore e il mio affetto. Solo che sa che prima di entrare mi si sono avvicinate due Guardie Svizzere e mi hanno detto: 'signor Benigni lei può fare qualsiasi cosa ma non può toccare il Papa'. 'No', ho detto, ma come? Ora da quando me lo hanno detto io ho voglia di fare solo quello. Sapete, quando vi dicono di non fare una cosa a voi bambini e volete fare solo quella. Come Adamo ed Eva che gli dissero non mangiare la mela e loro zac a mangiarla. Ora io un bacio glielo posso dare, le do un bacio che ne vale centomila”. “Grazie Roberto”, dice il Pontefice divertito. “Sono pieno di felicità. Sono pieno di gioia come un cocomero”, dice Benigni.
L'attore non risparmia una stoccata che ha subito fatto andare alla imminente tornata elettorale. “Oggi è tutto un azzurreggiare. Siamo nello Stato più piccolo del mondo dove c’è l’uomo più grande del mondo. Incredibile. Io devo dire che qui alla Città del Vaticano mi trovo proprio a mio agio”, ammette Benigni. “Ho una vocazione. Fin da quando ero piccolo. Ai bambini si chiede ‘che cosa farai da grande’. Io serio serio rispondevo: il Papa. Beh, tutti a ridere. Morivano dal ridere e allora visto che ridevano ho deciso di fare il comico. Però mi piacerebbe fare il Papa”.
“Quasi quasi Santità le prossime elezioni mi presento anche io... Veramente. Quando ci sono le prossime elezioni? Non dopo di lei eh, insieme a lei. Ci mettiamo insieme e facciamo, come si dice, il campo largo. Mettiamo sulla scheda Jorge Mario Bergoglio detto Francesco... Vinciamo subito, è una bellissima idea”.
Poi chiude con un appello alla pace, il tema che ha fatto da filo conduttore nella sue giorni voluta dal Papa che si rifarà a settembre 2026. “La guerra: che parola brutta - dice Benigni - , sporca tutto. Eppure dobbiamo porre fine a questa cosa. I bambini quando giocano a fare la guerra, al primo che si fa male si fermano. La guerra deve finire. Ce la dobbiamo dimenticare. Mi direte: è un sogno. Si, ma le fiabe possono diventare vere. Ora noi abbiamo i dischi volanti veri. Siamo dei maghi. Siamo stati bravi. Siamo diventati maghi e allora quello che diciamo può diventare vero. Il problema è trovare la parola giusta. Per la guerra non ci siamo ancora riusciti eppure c’è”.
“Io penso - dice Benigni - che tra voi ci sarà chi troverà la parola per fermare la guerra. Cerchiamola con passione e fantasia. Noi dobbiamo aiutarvi a cercarla. Amandovi, trovando storie che vi facciano ridere. Se un giorno i bambini potranno ridere tutti insieme sarà il giorno più bello della storia".