Assolto invece dall'accusa di stupro "perché il fatto non sussiste". La decisione in primo grado con rito abbreviato
L’ex imprenditore Alberto Genovese è stato condannato in primo grado con rito abbreviato a un anno e tre mesi di carcere per una tentata violenza sessuale e per detenzione di materiale pedopornografico e di intralcio alla giustizia. La gup del tribunale di Milano Chiara Valori ha assolto invece Genovese dall’accusa più grave, quella di violenza sessuale.
Gli episodi per cui Genovese è stato assolto perché il 'fatto non sussiste' dalle accuse di violenza sessuale risalgono al periodo tra il 2019 e il 2020, nell'appartamento dell'ex re delle startup nel pieno centro di Milano. La giudice Valori per queste accuse ha trasmesso gli atti in procura per il reato di calunnia. Caduta anche l'aggravante per la 'ingente quantità' di materiale pedopornografico.
Nel processo erano imputati anche l'ex fidanzata di Genovese, Sarah Borruso, condannata a un anno con possibilità di pena sostitutiva per la tentata violenza sessuale e assolta invece dalle accuse relative a un episodio di violenza, e l'amico deejay Daniele Leali, condannato a 5 anni di carcere per intralcio alla giustizia e spaccio, per aver fornito la droga per le serate a Terrazza Sentimento e per le feste di Ibiza e Formentera.
Alla vittima del tentativo di violenza per cui Genovese e Borruso sono stati condannati è stato riconosciuto un risarcimento di 5mila euro.