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Al Viminale firmato 'Patto nazionale per un Islam italiano'

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01 febbraio 2017 | 17.55
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"Un atto particolarmente importante, un documento che riguarda il presente e il futuro dell'Italia attraverso il dialogo interreligioso". Così il ministro dell'Interno, Marco Minniti, definisce la firma del 'Patto nazionale per un Islam italiano', oggi al Viminale, con i rappresentanti delle associazioni e della comunità islamiche del nostro Paese. Secondo il ministro, che parla in conferenza stampa al termine dell'incontro, il presupposto che ha portato a questo "passaggio cruciale" è che "si possono avere religioni differenti, si possono professare credi diversi, tuttavia siamo tutti quanti italiani". Un patto, assicura il ministro, che predispone le parti "a un percorso per arrivare all'intesa con lo Stato".

"Tutti coloro che hanno firmato hanno una grandissima volontà di giungere all'intesa", aggiunge il ministro precisando che si tratta di un patto che "si muove nell'alveo della nostra Costituzione" fondato su "valori solidi che tutti quanti ci impegnamo a difendere". Presupposto del patto, spiega infatti Minniti, "è quello di dire con grande chiarezza che tutti i firmatari si impegnano a ripudiare qualunque forma di violenza e terrorismo".

Minniti approfondisce quindi quelli che sono i principali punti del Patto ("10 punti che impegnano le associazioni islamiche, 10 punti che impegnano il Ministero dell'Interno"): proseguire l'azione di contrasto dei fenomeni di radicalismo religioso; promuovere la formazione di Imam e guide religiose, "un punto cruciale, perché se c'è un pericolo grande sono gli Imam fai da te", dice Minniti precisando che su questo aspetto "c'è un impegno concreto".

"Non è argomento del Patto, ma alla fine dobbiamo arrivare a un albo degli Imam, penso che questo sia un interesse di tutti, dell'Islam italiano e delle istituzioni italiane. Dobbiamo promuovere un processo di formazione e penso che su questo tema bisogna completare una cooperazione anche a livello internazionale".

Gli altri punti del Patto evidenziati sono: proseguire nell'impegno di garantire che i luoghi di preghiera e di culto possano essere accessibili a visitatori non musulmani; rendere pubblici nomi e recapiti di Imam, guide religiose e personalità in grado di svolgere efficacemente un ruolo di mediazione tra la loro comunità e la realtà sociale e civile circostante; adoperarsi concretamente affinché il sermone del venerdì sia svolto o tradotto in italiano; assicurare massima trasparenza nella gestione e documentazione dei finanziamenti. Il Patto, a giudizio del ministro dell'Interno, è frutto di "un incontro di libere volontà, dove non c'è alcuna supremazia e questa è la migliore garanzia perché regga. Considero il testo uno straordinario investimento sul futuro del nostro Paese. Investimento al momento immateriale, tuttavia con il tempo produrrà investimenti materiali".

Nel corso della conferenza stampa Minniti ribadisce di considerare "un grave errore l'equazione tra immigrazione e terrorismo, l'ho ripetuto più volte". Allo stesso modo "è un grave errore dire che non c'è nessun rapporto tra integrazione e terrorismo, come dimostrato in maniera evidente da Charlie Hebdo in poi".

"Livelli di integrazione insufficienti producono un brodo di cottura dentro il quale cresce il terrorismo", dice Minniti sottolineando, dunque, che "l'idea di integrazione è fondamentale: riguarda principi, diritti ma anche sicurezza". Perché, conclude, "una società bene integrata, è una società più sicura".

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