Le immagini dell'entrata dei miliziani nel sito archeologico sono state mostrate dalla televisione di Stato siriana e postate sugli account dei social media pro Is (Foto). Almeno 17 persone sono state uccise, alcune decapitate. Su un edificio spunta la bandiera nera (Video). Bruciato un grande poster del presidente Assad (Video)
I jihadisti dello Stato Islamico (Is) hanno ora il pieno controllo dell'antica città di Palmira , dopo che l'esercito di Bashar al-Assad si è ritirato senza combattere come spiegano attivisti ad al-Jazeera. (Foto). E almeno 17 persone sono state uccise nelle ultime ore. Lo hanno riferito gli attivisti dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, precisando che alcune vittime - tra le quali figurano soldati e civili filogovernativi - sono state decapitate.
La bandiera nera dell’autoproclamato califfato è stata issata su un edificio.
Secondo l'Unesco "negli ultimi due anni" Palmira è stata "trasformata in un campo militare" dalle forze di Assad e ci sono stati "danni" al sito archeologico. Lo ha affermato il direttore generale Irina Bokova, in un video pubblicato sul sito dell'organizzazione delle Nazioni Unite. Secondo la Bokova, prima della recente conquista della città a opera dei jihadisti dello Stato islamico (Is) "alcune colonne (del sito, ndr) sono crollate".
Le immagini dell'entrata dei miliziani nel sito archeologico sono state mostrate dalla televisione di Stato siriana e postate sugli account dei social media pro Is. ''Grazie a Dio, (Palmira, ndr) è stata liberata'', ha detto un jihadista dell'Is parlando dalla zona e citato dai siti Internet vicini al gruppo. Il miliziano ha spiegato che l'Is controlla anche l'ospedale usato come base dall'esercito siriano prima di ritirarsi, evacuando anche i civili.
Il timore è che i jihadisti di Abu Bakr al-Baghdadi possano commettere a Palmira lo stesso scempio realizzato nei siti archeologici di Hatra e Nimrud in Iraq, dove armati di asce, picconi e kalashnikov hanno distrutto reperti di inestimabile valore. "
Per quanto riguarda Palmira, 250 chilometri a nord est di Damasco, ieri il direttore delle Antichità e dei Musei siriani, Maamoun Abdulkarim, aveva rassicurato sul fatto che ''centinaia e centinaia di statue che temiamo vengano distrutte e vendute sono ora (state trasferite, ndr) in luoghi sicuri''.
L'interpretazione estremista del Corano seguita dall'Is spinge i jihadisti a considerare inammissibili edifici risalenti all'epoca pre-islamica, ma anche quelli riconducibili ad altre fedi o ad altre sette dell'Islam o quelli in cui si onorano leader religiosi defunti diversi da Dio.
I miliziani dell'Is hanno bruciato un grande poster del presidente siriano Assad.