Dopo il museo archeologico di Mosul e la città assira di Nimrud, i jihadisti dello Stato islamico (Is) radono al suolo con i bulldozer il sito fondato dalla dinastia seleucide.
Dopo il museo archeologico di Mosul e la città assira di Nimrud, la furia dei jihadisti dello Stato islamico (Is) si è abbattuta sul sito archeologico di Hatra, dichiarato patrimonio dell'Unesco, raso al suolo dai bulldozer dell'autoproclamato califfato. L'interpretazione estremista del Corano che segue l'Is lo spinge a considerare inammissibili edifici risalenti all'epoca pre-islamica, ma anche quelli riconducibili ad altre fedi o ad altre sette dell'Islam o quelli in cui si onorano leader religiosi defunti.
Hatra era una città a sud di Mosul fondata dalla dinastia seleucide che fiorì nel II-III secolo a.C. come centro culturale ed economico dell'impero partico. Successivamente, grazie alle alte mura rinforzate da torri, resistette a numerose invasioni tra le quali quella romana guidata da Traiano. Tra i resti della città che sono sopravvissuti fino all'avvento del califfato c'erano templi costruiti con tecnica romana che ne attestavano la grandezza della civiltà. Ce ne erano anche altri con schema architettonico di tradizione mesopotamica, babilonese e assira.