Le motivazioni della sentenza con cui è stato disposto l’annullamento con rinvio dello scorso ottobre
“Il tribunale del Riesame non ha proceduto a verificare se l’omessa trasmissione delle memorie difensive alle quali erano allegati documenti e verbali delle dichiarazioni rese dall’indagato, memorie prodotte nel processo Vaticano e trasmesse all’autorità giudiziaria italiana in forza della rogatoria, avrebbero potuto assumere un peso e un significato probatorio di decisività, tale da rendere necessaria la loro piena valutazione già da parte del gip, in riferimento alla sussistenza di elementi indiziari del reato”. E’ quanto scrivono i giudici della Terza sezione penale della Cassazione nelle motivazioni della sentenza del 12 ottobre scorso con cui è stato disposto l’annullamento con rinvio dopo il ricorso presentato dai difensori di Gianluigi Torzi, gli avvocati Marco Franco e Ambra Giovene. Il ricorso riguardava l’ordinanza del Tribunale del riesame di Roma che aveva confermato la misura cautelare emessa a carico del broker dal gip romano per le ipotesi di autoriciclaggio dei soldi ottenuti dal Vaticano per l’acquisizione della proprietà del palazzo di Londra.
“Infatti, se le memorie, se contenenti mere prospettazioni difensive, non possono avere il connotato di una decisività sotto tale profilo, gli elementi di fatto contenuti anche negli allegati possono invece realizzarlo, non trattandosi di mere informazioni provenienti dalla difesa - scrivono i giudici - Avendo la persona sottoposta alle indagini già prodotto elementi di prova a discarico nel procedimento estero in cui è contestualmente indagata, il tribunale del Riesame avrebbe dovuto vagliare se la base cognitiva sottoposta al gip nella sede cautelare di adozione della misura fosse stata completa degli elementi documentali acquisiti attraverso la rogatoria, valutando innanzitutto se gli stessi (…) presentassero i caratteri della decisività e quindi ne fosse necessaria la trasmissione al gip per il suo completo esame”.
I giudici supremi hanno dunque disposto che la questione torni nuovamente davanti al tribunale della Libertà per procedere alle verifiche “al fine di stabilire le conseguenze della mancata trasmissione al gip della documentazione difensiva acquisita a seguito dell’assistenza giudiziaria ricevuta dallo Stato Vaticano”.
“La Cassazione ha stigmatizzato il fatto che il gip non ha avuto la possibilità di compiere una valutazione obiettiva e completa fondata anche su elementi difensivi, prodotti al giudice vaticano e che la Procura di Roma non ha inviato al gip", dice all'Adnkronos l'avvocato Marco Franco, difensore insieme alla collega Ambra Giovene del broker.
"La motivazione sembra lasciare spazio al Riesame per una nuova valutazione complessiva - aggiunge il penalista - Ci auguriamo che, essendo trascorso quasi un anno dall’emissione della misura cautelare, e non essendosi sottratto Torzi, partecipando alla procedura di estradizione in Inghilterra, a prescindere da quello che sarà l'esito del Riesame ci sia un atteggiamento da parte della Procura più sereno verso un accertamento della verità in assenza di privazione della libertà".