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Un matrimonio senza fregature? Sì, lo voglio

I consigli dell'Unione nazionale consumatori

Un matrimonio senza fregature? Sì, lo voglio
26 agosto 2022 | 12.34
LETTURA: 5 minuti

Tra confetti e partecipazioni riprende la stagione autunnale dei matrimoni. Ma come organizzare il giorno del proprio matrimonio evitando problemi, disservizi organizzativi e spese impreviste? Non mancano purtroppo agli sportelli dell'Unione nazionale consumatori segnalazioni da parte di chi denuncia problemi con il catering, la location, il fotografo o con altri fornitori di servizi. Trattandosi di un evento molto atteso, agli aspetti emotivi si aggiungono una serie di complicazioni burocratiche. Cosa fare quindi per evitare questo tipo di problemi e come risolverli nel caso si verificassero?

Il primo consiglio è quello di confrontare con un certo anticipo le offerte di diversi fornitori prima di procedere con le prenotazioni, così da avere le idee chiare sulla migliore soluzione che fa per noi, in relazione al nostro budget e ai nostri standard qualitativi.

Il contratto con la location: dopo la scelta della chiesa (in alcuni casi anche prima!) opzionare la location (cioè il luogo dove organizziamo il banchetto per i nostri invitati) è uno dei passaggi fondamentali nell’organizzazione di un matrimonio. Ci sono due possibilità (anche se ormai le opzioni sono davvero illimitate): un unico rapporto con un fornitore che si occupi di tutto (quindi affitto del locale e servizi accessori dal cibo all’allestimento, ma anche musica e fiori) oppure diversi con i diversi soggetti tra chi affitta la struttura, chi offre il catering, l’intrattenimento, etc.

Nel caso ad esempio del contratto per la sola location in cui si terrà il banchetto, l’accordo dovrà contenere (oltre i dati delle parti): la descrizione dettagliata del luogo del ricevimento e l’utilizzo previsto, la durata dell’affitto (cioè gli orari esatti per evitare di subire delle maggiorazioni se la festa dovesse prolungarsi), ma anche il regime delle responsabilità in caso di danni alla struttura e, soprattutto gli importi di acconto, caparra e saldi con le relative tempistiche. Su questo aspetto è necessario fare attenzione perché i nostri diritti possono cambiare a seconda che la cifra versata in anticipo (fatevi lasciare una ricevuta) sia al solo fine della prenotazione della data, a titolo di acconto o come caparra.

Per esperienza l'Unc consiglia quest’ultima dicitura perché significa che quel denaro andrà perso in caso di disdetta, ma la location non potrà pretendere ulteriori importi. Viceversa se è la struttura a far saltare l’appuntamento, il consumatore avrà diritto a ricevere indietro il doppio di quanto versato. In ogni caso è sempre consigliabile sottoscrivere un contratto dove sono scritti gli importi di anticipo e le tempistiche dei saldi. Ricordate poi la regola di pagare in modo tracciato (carte, bonifico o assegni) e farsi riconoscere la ricevuta.

Se invece la location si occupa anche del banqueting (quindi del cibo per gli invitati e dell’allestimento) è necessario chiarire tutti i servizi previsti nel contratto: dal tipo di allestimento dei tavoli ai fiori, il numero di camerieri a disposizione e l’accoglienza degli ospiti, fino naturalmente alle pietanze da portare a tavola, le bevande e la torta nuziale. Alcuni servizi come il babysitting oppure la musica (e la consequenziale Siae da pagare) sono costi da considerarsi con attenzione se vogliamo evitare il lievitare dei costi.

Cosa e quanto si mangia al matrimonio? E' proprio sul cibo che nascono molti contenziosi dopo i ricevimenti. Il preventivo scritto, dove chiedere al ristoratore di indicare tutti i dettagli, ci tornerà utile: i banchetti di matrimonio infatti non sono 'alla carta', ma gli sposi concordano con lo chef le portate, il servizio e quindi il prezzo. Non solo: poiché il pranzo non è 'alla carta', cade anche la regola che impone ai ristoranti di specificare nel menù se usano materie prime o ingredienti congelati. Anche nel caso ci si affidi al classico catering (come diciamo sopra) è quanto mai opportuno chiarire questi aspetti per iscritto altrimenti ogni lamentela successiva non avrà fondamento giuridico. Nel preventivo andrebbero indicati anche eventuali menù speciali per chi ha particolari allergie alimentari oppure non mangia alcuni alimenti (ad esempio vegetariani o vegani), così come è meglio prevedere dei piatti riservati ai bambini (con un costo minore rispetto al menù tradizionale).

Per quanto riguarda le porzioni è bene sapere che solo se si concordano preventivamente (e per iscritto) porzioni minime ci si potrà rivalere sul fornitore se il giorno delle nozze i piatti si riveleranno un po’ miseri. I ristoranti infatti sono esercizi di somministrazione (e non negozi che devono vendere 'a peso') quindi non sono obbligati per legge a servire delle 'giuste' porzioni.

E se al pranzo gli invitati sono molti meno rispetto a quelli inizialmente previsti? Anche in questo caso potremo essere tutelati solo se nel preventivo scritto avremo previsto una proporzionale riduzione del prezzo in caso di defezioni del numero dei partecipanti, da comunicare al ristoratore con un certo anticipo.

Cosa succede se il matrimonio salta? Il Codice del consumo non disciplina la prenotazione, quindi per la disdetta si fa riferimento alle regole generali del Codice Civile. Se il ristorante o il responsabile della location chiede una caparra secondo gli usi e consuetudini non dovrebbe essere superiore al 25% e per il consumatore come dicevo, è meglio che nella ricevuta sia definita 'caparra penitenziale': in questo caso, infatti, chi acquisisce la somma non può agire per ulteriori risarcimenti. Se invece la caparra è 'confirmatoria' o se non viene versato alcun acconto, il ristorante può persino agire per il risarcimento del danno (oltre a incamerare la caparra), ma deve dimostrarlo, per esempio provando che ha già sopportato delle spese o che ha dovuto rifiutare un’altra prenotazione per la data concordata, il che non è facile.

In entrambi i casi, è bene ricordare che molti contratti non sono validi perché si prevede una penale per la disdetta solo a carico degli sposi, mentre per legge il contratto deve stabilire che andrà restituito il doppio della caparra se è il ristoratore a rinunciare al servizio: se questa specifica non è riportata, la disdetta sarà gratuita anche per gli sposi.

Ultima attenzione da avere rispetto al contratto: importante dettagliare la modalità di pagamento: non è raro il caso di problemi perché i fornitori non accettano carte di credito o assegni.

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