Il leader della Lega: "Inviare altre armi allontana la fine del conflitto, no ad obiettivi geopolitici di chi sta dall'altra parte del mondo"
"Visto il contesto economico difficile, visto il tasso di disoccupazione, vista l'inflazione che cresce, visto il costo delle bollette di luce e gas, visto il costo delle materie prime, visto il caro benzina, il caro metano, il caro diesel, n on possiamo più permetterci altri mesi di guerra. Arrivare alla pace subito è vitale, è questione di sopravvivenza. Dall'incontro Draghi-Biden mi aspetto che parlino di pace, lavorino per la pace e preparino la pace". Così il segretario della Lega, Matteo Salvini, Nel giorno in cui il presidente Draghi parte alla volta di Washington.
"Noi - ha proseguito il leader del Carroccio - non siamo in guerra contro nessuno, mi rifiuto di pensare che 60 milioni di italiani vogliano far la guerra, se c'è qualcuno che usa parole di guerra e ama parlare di armi più che di pace nel 2022 è fuori luogo. C'è un Paese che ha aggredito e un Paese che è stato aggredito, la Russia che ha aggredito e l'Ucraina che è stata aggredita: dopo quasi tre mesi da questa premessa contiamo alcune decine di migliaia di morti e da più dichiarazioni si intuisce che entrambi le parti in guerra vogliano farla finita".
"Nessuno nel 2022 vince la guerra sul campo, se qualcuno dall'altra parte del mondo vuole consumare su campi altrui propri obiettivi geopolitici non è il caso e non è il momento e non con il sangue degli ucraini, dei russi e degli italiani. Quindi -ha concluso Salvini- inviare nuove armi in un contesto come questo allontanerebbe la pace e non mi sembra assolutamente opportuno".
"Spero che nei 27 Paesi membri dell'Unione europea non ci sia nessuno che tifa per la guerra, qualche ex Paese membro dell'Unione europea, penso anche per problemi politici interni, sembra che usi solo parole di guerra. Noi non dobbiamo inseguire coloro che giocano alla guerra con i morti e con la sofferenza degli altri. Mi aspetto che dal viaggio a Washington emerga l'Italia che è sempre stata l'Italia di Aldo Moro, di Bettino Craxi, di Prodi e di Berlusconi. Questo mi aspetto, che qualcuno non usi per politica interna le vite altrui: parlo dei morti ucraini, dei morti russi, dei lavoratori italiani. Abbiamo mandato aiuti economici, militari, umanitari, ormai sono più 120mila le donne e i bimbi che dall'Ucraina sono ospiti di famiglie e associazioni italiane".
"Chi ha sentito il discorso di Putin ieri - ha ricordato il leader del Carroccio - ha tratto delle conclusioni, Zelensky ha detto addirittura che la Crimea può essere considerata russa e qualcuno da fuori si è intromesso dicendo no: ma mi domando, chi sta facendo la guerra con chi? E mi arrabbio veramente perché si gioca con la vita e il lavoro delle persone".
"Le parole di Macron sono parole sagge. Non c'è la belligeranza americana - ha scandito Salvini - non ci sono gli americani che mangiano l'hamburger, guardano l'Nba, vogliono fare la guerra; c'è l'amministrazione in carica che mi sembra abbia intrapreso un percorso bellico, ma negli stessi Stati Uniti c'è un dibattito aperto come in Italia, con tante parti politiche, economiche e sociali che invece chiedono a gran voce la pace. Qui non si tratta di tornare a Rocky Balboa 4 contro Ivan Drago, se qualcuno ha questo in testa ci facciamo tutti del gran male".
"Quando dico che Macron in questa dichiarazione ha dimostrato saggezza, lo dico - ha sottolineato il leader del Carroccio - da amico e sostenitore di Marine Le Pen e domando e mi do la risposta: se avessi detto io che bisogna arrivare alla pace senza umiliare Putin, quanti talk show, quante inchieste di Procure della Repubblica, quanti attacchi politici dal Pd o da altri mi sarebbero arrivati? Lo faccio dire a Macron".
"I tedeschi dicono del gas russo abbiamo bisogno non perché siamo putiniani ma perché le nostre fabbriche con questo funzionano, gli ungheresi hanno fatto una scelta, gli slovacchi, i bulgari, penso e spero che gli stessi inglesi non siano tutti in scia con Boris Johnson che probabilmente per problemi interni è il più bellicista dei bellicisti. Si tratta - ha ribadito Salvini - di costringere Putin e Zelensky a sedersi al tavolo, poi saranno loro a decidere cosa fare e cosa chiedere, senza intromissioni esterne. Mi domando a che titolo qualcuno da fuori debba spiegare a Zelensky o a Putin cosa deve chiedere e cosa deve rifiutare".