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Ucraina, Meloni verso Kiev: "Sostegno Italia a 360 gradi"

Il premier dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky dopo la tappa in Polonia

(Afp)
(Afp)
21 febbraio 2023 | 00.04
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Il premier Giorgia Meloni verso Kiev per stringere la mano al presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky, prima dell'anniversario dell'anno di guerra, che cade nella giornata di venerdì.

Nella mattinata di lunedì si diffonde la notizia della presenza del presidente americano Joe Biden a Kiev -l'immagine dell'abbraccio tra i due leader è destinato a restare nella storia-, poco dopo viene reso noto che Giorgia Meloni incontrerà a Varsavia il primo ministro Mateusz Morawiecki, poi, il presidente Andrzej Duda. Subito dopo in volo ai confini della Polonia e poi il lungo viaggio in treno verso l'Ucraina, dove Meloni -oltre a Kiev- dovrebbe far tappa anche in altre località deturpate dalla guerra.

Sono ore di grande tensione quelle che precedono il primo anniversario di un conflitto che Vladimir Putin aveva immaginato lampo, dando vita a una strategia militare sconfessata, settimana dopo settimana, mese dopo mese, dalla granitica resistenza Ucraina. In queste ore, il timore di un'escalation militare a ridosso dal primo anniversario del conflitto è palpabile. Da Biden, Zelensky incassa un sostegno pieno e l'annuncio di mezzo miliardo di dollari di assistenza aggiuntiva dagli States.

Gli Usa al fianco di Kiev come lo è l'Europa, ma entrambe fiaccate da un'opinione pubblica che mostra i primi segni di stanchezza dopo un anno di guerra, i negoziati di pace disinnescati ormai da mesi. Lo sa bene Biden, lo comprende altrettanto bene Meloni. E ne è consapevole il capo della resistenza Ucraina, che in un'intervista rilasciata ai principali quotidiani italiani ricorda quanto sia importante che Roma resti al suo fianco. Zelensky appare raggiante per la presenza di Biden -"Questa visita ci porta più vicini alla vittoria", scandisce- nelle prossime ore si appresta a ricevere Meloni.

Meloni arriva nel pomeriggio di lunedì in una Varsavia gelida e sferzata dal vento, blindata per l'arrivo del presidente americano, domani protagonista del vertice dei paesi dell’Est. I due non dovrebbero vedersi, difficile riuscire a trovare uno spazio nel protocollo rigidissimo del presidente statunitense. Durante le dichiarazioni con Morawiecki -con cui l'intesa si conferma piena sul fronte dei migranti e del futuro della Ue- Meloni ringrazia la Polonia per quel che sta facendo per Kiev, "confine morale e materiale dell'Occidente". E ricorda che l'Italia -in questi giorni nell'occhio del ciclone a causa dell'intemerata del Cavaliere- ha offerto sempre il suo sostegno finanziario, umanitario, militare e civile all'Ucraina. Lo ha fatto "trasversalmente ai governi" in carica.

Come a dire che l'Italia c'era con Draghi e ci sarà col suo governo, i fatti -dal sostegno ampio del Parlamento passando al sesto decreto sull'invio di armi- lo dimostrano. Ma se è vero che le parole sono uomini, come recitava il poeta turco Nazim Hikmet, per Meloni domani è vitale essere a Kiev, per cancellare, per quanto possibile, parole che rischiano di lasciare il segno. E per ribadire con forza il supporto dell’Italia "a 360 gradi": Roma continuerà a fare la sua parte senza arretrare di un millimetro. Il che si traduce anche nella disponibilità a dare il via libera all'eventuale invio di caccia a Kiev: non sarà certo l'Italia -nel consorzio produttore di jet britannici insieme a Spagna e Germania- a mettersi di traverso.

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