"Il 2022 si era aperto con la possibilità di tornare ad operare sul mercato anche grazie al ritorno dei viaggiatori internazionali ma il dramma della guerra in Ucraina e i rincari dei prezzi energetici hanno scatenato una ‘tempesta perfetta’ colpendo l’economia del Paese e il settore alberghiero". Lo ha dichiarato Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Confindustria Alberghi alla conferenza stampa 'Caro energia: è allarme per il settore alberghiero. La crisi energetica dopo due anni di pandemia, impatti sulle imprese alberghiere e sui servizi', su iniziativa dell’onorevole Maria Teresa Baldini (Italia Viva) ed organizzata da Confindustria Alberghi e da Assosistema Confindustria.
"Dopo la pandemia abbiamo a che fare con un nuovo mostro che sono i costi energetici, elettricità e gas, che sono aumentati del 400% negli ultimi mesi. Gli alberghi non riescono a sostenere questi costi così alti e per questo fatto ci uniamo ai nostri colleghi di Assosistema che rappresentano le lavanderie industriali, con cui lavoriamo a stretto contatto e sono tra i nostri partner più importanti per la gestione alberghi", ha detto.
"Una situazione già difficile – continua la presidente Colaiacovo – su cui si sta scaricando l’aumento esponenziale dell’energia che ha fatto lievitare i costi per le imprese in misura insostenibile tanto più in un quadro caratterizzato da una bassissima occupazione e che anche per questo motivo non può gravare sull’utente finale. Gli alberghi, che affrontano ancora perdite ingenti di fatturato, soprattutto a causa della mancanza del turismo extra Eu che sceglie la ricettività alberghiera e si caratterizza da una maggiore capacità di spesa, per definizione non rientrano nella categoria delle imprese energivore ma nella pratica vedono il costo delle bollette tra le voci più rilevanti del bilancio".
Nel corso del 2021 la sola componente di gas ha registrato un incremento del costo di quasi il 400%, a fronte di una contrazione del fatturato, che in particolare nelle città d’arte particolarmente colpite dalla crisi, è andata ben oltre il 60%. La quota di fatturato che sarà assorbita dalla componente energetica, secondo le nostre stime, salirà dal 5,2% del 2019 al 20% (+285%).
"Dati allarmanti, per i quali si rendono necessari interventi strutturali dedicati al settore indispensabili a mantenere in vita le aziende già duramente colpite da oltre due anni di Covid e ora anche dalla guerra. Sosteniamo le azioni del Governo volte ad individuare una strategia di medio-lungo periodo per fissare un tetto massimo al costo del gas ma è necessario un intervento anche nell’immediato per salvare il comparto", conclude la Presidente di Confindustria Alberghi.