Un progetto che in realtà sarebbe risolutivo di tanti problemi che affliggono il tarantino e l’area dell’acciaieria: inquinamento, impoverimento delle risorse territoriali, ricadute sull’industria del turismo, sviluppo di un’area che ha eccellenti collegamenti terrestri e soprattutto marittimi.
La proposta è stata formulata da Tesla Owners Italia, il gruppo di appassionati più attivo tra i possessori delle auto di Elon Musk, che fa delle proprie attività una missione basilare per il futuro della mobilità: accelerare il processo di transizione verso una sostenibilità energetica che parta dai trasporti per arrivare fino alla generazione e all’accumulo dell’energia pulita attraverso il solare e al cambio di paradigma che vede sempre e comunque al centro degli interessi economici l’uso dei combustibili fossili.
L’acciaieria, che ora appartiene ad ArcelorMittal e nel cui capitale è in procinto di entrare Invitalia, è da sempre al centro di polemiche per il suo mostruoso impatto ambientale e, ultimamente, anche per l’acrimonia con cui tratta i propri dipendenti colpevoli di post su Facebook. Il ciclo di produzione di questo tipo di acciaio, non certificato come “verde” quindi prodotto con fonti energetiche climalteranti, è comunque destinato a cessare ora che molte industrie che lo acquistavano (per esempio la Volvo) hanno deciso di rifornirsi solo di acciaio “verde”, a minimo impatto ambientale, tutto ciò in vista delle necessarie riduzioni di emissioni che dovrebbero portare alla “carbon neutrality” entro il 2050, così come deciso dalla Comunità Europea, che in futuro finanzierà solo progetti eco-compatibili.
Il senso dell’iniziativa di Tesla Owners Italia è perfettamente coerente con questi obiettivi e per di più contribuirebbe alla bonifica e alla conversione dell’intera area verso lo sviluppo di lavoro e produzioni più integrate con le bellissime risorse naturali del luogo. Il Club porterà la proposta anche in Parlamento e al giudizio delle autorità locali, dei lavoratori dell’ex-Ilva e dei cittadini di Taranto con una campagna di sensibilizzazione.
Elon Musk, dal canto suo, ha in programma molti investimenti fuori dagli USA, in Cina e in futuro anche in India. In Europa ha già quasi completato una fabbrica di vetture vicino a Berlino, che sarà completata molto presto. La posizione di Taranto sarebbe strategica per una gigafactory di batterie, con grandi aperture per il trasporto delle merci verso il Medio ed Estremo Oriente, dando lavoro e qualità anche al Porto di Taranto, un’eccellenza italiana anch’essa destinata al declino se non convertita molto presto verso una strategia di minimo impatto ambientale.
È possibile che Tesla intraveda una buona opportunità in Taranto, considerando anche una affinità con un altro business di altissimo livello: il vicino aeroporto militare di Grottaglie (TA) potrebbe essere una base perfetta per le attività di Space X, il programma spaziale di Musk che vedrà fra tre anni il ritorno dell’uomo (e della donna) sulla Luna.