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Francia nega estradizione di 10 ex terroristi italiani

Tra loro anche Pietrostefani. Emesso parere negativo richiamandosi alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Cartabia: "Aspettiamo motivazioni"

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29 giugno 2022 | 14.36
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La Francia nega l'estradizione in Italia dei dieci ex Br e terroristi arrestati nell'ambito dell'operazione Ombre rosse dell'aprile 2021. In particolare, la Chambre de l'Instruction della Corte d'Appello ha emesso parere sfavorevole alla procedura di estradizione richiamandosi agli articoli 8 e 6 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo. I due articoli citati fanno riferimento alle sentenze in contumacia e al rispetto della vita privata e famigliare.

Le domande di estradizioni riguardavano l'ex militante di Lotta Continua Giorgio Pietrostefani, 78 anni, tra i fondatori di Lotta Continua, da tempo malato, condannato a 22 anni come uno dei mandanti dell'omicidio Calabresi; gli ex Br Giovanni Alimonti, Roberta Cappelli, Marina Petrella, Sergio Tornaghi, Maurizio Di Marzio, Enzo Calvitti; l'ex militante di Autonomia Operaia Raffaele Ventura; l'ex militante dei Proletari armati Luigi Bergamin; l'ex membro dei 'Nuclei armati contropotere territoriale', Narciso Manenti.

A decidere se impugnare o meno la decisione non potrà essere l'Italia ma solo la Francia, attraverso il procuratore generale della Corte d'Appello di Parigi. La procura generale di Milano è però pronta, "nei prossimi giorni", a valutare l'esistenza nell'ordinamento francese di un'impugnazione del tipo di quella prevista - tramite ricorso per Cassazione - nel caso di estradizioni per l'estero. Lo si apprende da fonti giudiziarie. In particolare lo studio riguarda i casi dell'ex Br Tornaghi e l'ex militante di Lotta Continua Pietrostefani, condannato in Italia come uno dei mandanti dell’omicidio del commissario Calabresi. Una possibilità che verrà valutata "previa comunicazione al ministero della Giustizia e dopo aver ricevuto comunicazione ufficiale e completa delle motivazioni".

Soddisfatta l'avvocata di 7 dei 10 ex terroristi. "Resto modesta. E' il trionfo del diritto sulla ragione di Stato. La giustizia oggi ha sbarrato la strada a ragioni diverse. E' la fine di un incubo da tutti i punti di vista, dal punto di vista umano, giuridico e politico", afferma all'Adnkronos Irène Terrel commentando la decisione della Corte di Appello di Parigi. "Con questa decisione la Corte ha messo un punto finale a una certa idea di giustizia. Dall'inizio prevaleva la ragione di Stato e questo rappresentava una preoccupazione. Oggi ha vinto il diritto", spiega ancora Terrel sottolineando "il sollievo" dei suoi assistiti dopo la decisione della Corte di Appello di Parigi.

"L'Autorità giudiziaria francese ha preso una decisione in modo sovrano e il ministero della Giustizia non ha a commentare questa decisione". Ad affermarlo è il ministero della Giustizia francese interpellato dall'Adnkronos. Tuttavia, rileva ancora il ministero della Giustizia francese, "teniamo a riaffermare l'alto livello di fiducia reciproco tra le autorità francesi e le autorità italiane, che condividono entrambe una concezione esigente dello Stato di diritto. La cooperazione giudiziaria tra Francia e Italia si basa attualmente sugli strumenti di riconoscimento reciproco dell'Unione Europea che consentono una grande fluidità negli scambi che si basano sulla fiducia reciproca tra autorità giudiziarie".

Immediate le reazioni dall'Italia. "Rispetto le decisioni della magistratura francese, che agisce in piena indipendenza. Aspetto di conoscere le motivazioni di una sentenza che nega indistintamente tutte le estradizioni. Si tratta di una sentenza a lungo attesa dalle vittime e dall’intero Paese, che riguarda una pagina drammatica e tuttora dolorosa della nostra storia", afferma la ministra della Giustizia Marta Cartabia.

"Resta tutta l’importanza della decisione di un anno fa - ricorda Cartabia - con cui il ministro Eric Dupond-Moretti ha rimosso un pluridecennale blocco politico: un gesto, il suo, che è segno della piena comprensione dei drammi vissuti nel nostro Paese durante gli anni di piombo e soprattutto della fiducia del Governo francese nei confronti dei magistrati e delle istituzioni italiane”.

L’iter giudiziario aveva preso avvio dopo la storica decisione del 22 aprile 2021 del Governo di Parigi di trasmettere ai giudici francesi le domande di consegna dell’Italia. Il ministero della Giustizia sottolinea come "nel lungo tempo trascorso da quei tragici fatti, l’Italia non abbia mai smesso di avanzare e rinnovare le domande di estradizione per i latitanti, le cui responsabilità - sottolinea - sono state accertate con sentenze definitive emesse all’esito di processi celebrati nel pieno rispetto di tutte le garanzie. E nell’ultimo anno, il ministero della Giustizia ha sempre assicurato puntuale e completa collaborazione ai giudici francesi".

In serata, quindi, colloquio telefonico tra il ministro della Giustizia francese, Éric Dupond-Moretti e Cartabia. Il ministro francese, nel maggio del 2021 dopo l'arresto dei dieci ex terroristi italiani, li aveva paragonati ai terroristi del Bataclan. "Noi avremmo accettato che uno dei terroristi del Bataclan se ne fosse andato a vivere quarant’anni, tranquillamente, in Italia?", aveva affermato Dupond-Moretti.

Intanto dai vari partiti la reazione è dura. "Negare l’estradizione da parte della Francia ad un gruppo di terroristi rossi è - per il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani - un atto gravissimo che non ha nulla a che vedere con il garantismo e la libertà di espressione sempre difesi da Parigi. Qui si tratta di partecipazione attiva ad un progetto criminale ed eversivo", scrive su Twitter.

"Altro che 'solidarietà europea' - dice il leader della Lega Matteo Salvini - proteggere terroristi che hanno ucciso in Italia è una vergogna, uno schifo!”.

“Inaccettabile e vergognosa la decisione adottata dalla Corte d'Appello di Parigi di respingere le richieste di estradizione per i dieci ex terroristi italiani di estrema sinistra, legati alle Br, rifugiati in Francia. Ci eravamo illusi che la “dottrina Mitterrand” fosse finita. Prendiamo atto che non è così. Questi assassini non hanno mai pagato il loro conto con la giustizia italiana e alla luce della decisione di oggi probabilmente non lo faranno mai. I familiari delle vittime meritano verità e giustizia. Il governo Draghi si attivi subito: questi criminali devono scontare in Italia la pena fino all’ultimo giorno”, dichiara il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

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