Ha ammazzato la moglie e i due figli
Ha ucciso la moglie e i figli con la pistola, una P38 e poi si è tolto la vita. La loro morte risalirebbe a parecchie ore fa, forse 24. L'urologo Carlo Vicentini ha ammazzato, nella villetta di famiglia in contrada Tempera dell'Aquila, a colpi d'arma da fuoco, il figlio Massimo, di 43 anni, e la figlia Alessandra, di 36, e la consorte, con una pistola regolarmente detenuta. Pare che l'uomo fosse appassionato di caccia. Sul posto il medico legale e il magistrato Guido Cocco, oltre alla Scientifica. Pare che gli ultimi contatti con i parenti risalgano ad un paio di giorni fa. Oggi qualcuno, non avendo risposta, è andato a cercarli, usando le doppie chiavi e ha scoperto il dramma.
Ad alcuni parenti, tra cui il fratello, aveva detto che in questi giorni avrebbe portato la famiglia al mare, a Tortoreto in provincia di Teramo. Il figlio era affetto da distrofia muscolare e negli ultimi tempi si era molto aggravato. "Era un professionista che amava profondamente il proprio lavoro. Non ha mai dato segni di squilibrio. Siamo senza parole", dice il direttore generale della Asl di Teramo, Maurizio Di Giosia . "Era un noto professionista di una importante famiglia aquilana - affermano alcuni conoscenti - . Tutta la città è sconvolta e ammutolita". La strage sarebbe avvenuta tra mercoledì 29 e giovedì 30 marzo, ma è stata scoperta oggi.
"Sono profondamente colpito e addolorato" ha detto il sindaco, Pierluigi Biondi, che si è recato sul luogo della tragedia. "E' un dramma incommensurabile, che strazia il cuore della comunità temperese e aquilana di angoscia, turbamento e interrogativi a cui difficilmente potrà essere data risposta. Le mie preghiere e i miei pensieri sono rivolte alle vittime di questa tragedia e ai familiari che restano a piangerla. L'amministrazione è pronta a garantire tutta l'assistenza e il sostegno possibili".
"Non ci sono parole per descrivere il dramma senza proporzioni che ha investito la famiglia Vicentini" dice il senatore di Fratelli d'Italia, Guido Liris. "Il professore, duro e severo ma imparziale, grande professionista, ha lasciato, e non solo in me, importanti insegnamenti come il valore del merito, l'importanza del rispetto nei confronti delle istituzioni e l'importanza della formazione. Il nostro rapporto è cambiato profondamente quando, da studente, sono entrato nel mondo della professione ma quel rispetto che qualunque allievo deve al proprio professore non è mai venuto meno da parte mia, nonostante la nostra sia diventata un’autentica amicizia andata avanti per anni. Con Carlo non è mai mancato il confronto su tanti temi, non solo quello della sanità, mi ha letteralmente accolto in casa facendomi conoscere tutta la famiglia e in tante occasioni abbiamo affrontato questioni a cui era sensibile, dalla sua Tempera agli ospedali, di L'Aquila e Teramo, dall'Università alla caccia, dalla ricostruzione agli ambiti sociali, che mi sottoponeva soprattutto dopo il mio ingresso nelle istituzioni. Il professore ha dedicato la sua vita ai figli". "È una tragedia senza fine che lascia davvero colpiti e addolorati - continua il senatore Liris -. Chiunque lo abbia conosciuto non può non custodire un ricordo di positivo apprezzamento, nonostante il suo carattere spesso spigoloso. Non dimenticherò mai quell’esame di urologia così difficile da superare che da rappresentante degli studenti mi vide anche confrontarmi animatamente con lui”.