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Stop al super green pass: cosa dicono Galli, Lopalco e Clerici

Il parere degli esperti

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28 marzo 2022 | 15.54
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Stop all'obbligo di super green pass - o green pass rafforzato - dal 1 aprile per i lavoratori over 50 e nei locali all'aperto. Una decisione, a pochi giorni dall'addio al certificato verde 'super' con relative restrizioni connesse, che però non convince gli esperti. A commentare la misura decisa dal governo sono Galli, Lopalco e Clerici.

"E' stato un errore far saltare il Green pass rafforzato. Potevamo e dovevamo riaprire mantenendo il certificato verde. E anche il ritorno al lavoro, per particolari categorie, come gli insegnanti, si poteva fare diversamente, anche valutando, caso per caso, la presenza di risposte anticorpali. Ma certo non cancellando tutto dalla sera alla mattina. Così hanno vinto i no vax e abbiamo ridotto, in maniera significativa, l'incentivazione alla vaccinazione", ha detto all'Adnkronos Salute Massimo Galli, ex direttore di Malattie infettive all'ospedale Sacco di Milano. In questo quadro "ultimamente di vaccinazioni se ne vedono ben poche - lamenta Galli - in particolare tra bambini e adolescenti. Rimango del mio parere: sarebbe stato assai opportuno mantenere il Green pass rafforzato. Purtroppo buona parte dell'Europa ha preso la stessa decisione in un momento in cui non era il caso di prenderla, tanto è vero che è partita un'altra piccola ondata legata ad Omicron 2".

"L'addio al Green pass rafforzato è un regalo ai no vax. Il fatto di abolirlo da un giorno all'altro, il fatto di dire che si può tornare a lavorare significa, come messaggio comunicativo: 'abbiamo scherzato. Avete fatto bene a resistere'", le parole all'Adnkronos Salute dell'epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di igiene all'Università del Salento che, tra l'altro, si dice d'accordo con le proteste dei presidi che, dal primo aprile, vedranno tornare al lavoro gli insegnanti non vaccinati, che potranno riprendere l'attività, seppure non a contatto diretto con i ragazzi, facendo il tampone.

"Le persone che non volevano vaccinarsi - continua - piuttosto che fare il vaccino, come ha fatto il 90% del Paese, hanno trovato scuse, hanno perso tempo, hanno presentato certificati, hanno presentato ricorsi...hanno perso tempo in attesa di ciò che poi è arrivato, la 'sanatoria'. E' un favore che si è fatto oltre che ai no vax anche alle parti politiche che strizzano l'occhio a queste persone".

"Io avrei mantenuto anche il Green pass per un po' - dice all'Adnkronos Salute Mario Clerici, docente di immunologia dell'università degli Studi di Milano e direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi.- Anche se ammetto che, da un punto di vista politico, è stata la decisione giusta" quella di portarlo verso la dismissione.

"Prima o poi - riconosce l'immunologo - bisognava dare un messaggio positivo alle persone, anche se dal punto di vista della sanità pubblica sarebbe stato forse utile tenere duro per un altro paio di mesi. In ogni caso non si può dire che il Governo abbia fatto male e intraprendere questo percorso. La gente non ne poteva più. Certo, con i casi Covid in fase di crescita, per quanto si parli di infezioni e non di malattie gravi, è giusto mantenere prudenza e in quest'ottica - ribadisce Clerici - è un bene che si mantenga l'isolamento dei casi positivi".

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