Wesley Sneijder, ex centrocampista della Nazionale olandese e dell'Inter, ricorda sua esperienza coi blancos: "La vodka era la mia migliore amica"
Arrivai al Real Madrid nel 2007, "ero giovane e apprezzavo il successo e l’attenzione. Più tardi qualcosa deve essere andata storta: niente droghe, ma alcol e rock'n'roll". E' quanto scrive nella sua autobiografia, pubblicata da Kees Jansma, Wesley Sneijder, l'ex centrocampista della Nazionale olandese che in Italia ha vestito la maglia dell'Inter.
Sneijder, come riporta 'Telegraaf' nel libro parla delle difficoltà incontrate a Madrid quando il matrimonio con la prima moglie è finito e la coppia aveva avuto un bambino, Jessey. “Sono stato lasciato solo e vedevo poco il piccolo Jessey. A proposito, perché restare soli quando hai abbastanza amici con cui passare il tempo libero? Non mi rendevo conto che la bottiglia di vodka era diventata la mia migliore amica".
All’epoca anche Arjen Robben e Ruud Van Nistelrooy giocavano nel Real Madrid e dissero a Sneijder più volte che doveva cambiare il suo stile di vita. “Mi dicevano che non potevo durare a lungo continuando a fare così. Giocavo abbastanza bene, ma dicevano che avrei potuto fare ancora meglio. Fisicamente, non me ne accorgevo nemmeno".
Il suo secondo anno coi 'blancos' Sneijder lo definisce 'drammatico'. "Giocavo molto, ma meno bene, meno concentrato. Il mio atteggiamento non era degno del Real Madrid. Mentivo a me stesso che stava andando bene. Fisicamente stavo affondando, correvo di meno, mi nascondevo molto con la mia tecnica. Pensavo che nessuno se ne accorgesse".
E sulla lunga trattativa per l'approdo in Spagna spiega. "Dopo cinque anni all’Ajax ero pronto, avevo finito con l’Eredivisie. Nella mia quinta stagione ho anche segnato 18 volte da centrocampista, ero pronto per un’avventura straniera e Soren Lerby, il mio agente, aveva parlato con il Valencia. Un bel club, certo, ma non il massimo in assoluto. Non è il mio top".
"Mi voleva il Real Madrid. La loro offerta era di 24 milioni, l’Ajax ne voleva 30 di milioni. L’Ajax manteneva una posizione rigida così come il Real. Ero deluso, era finita con il mio club dei sogni. Sono entrato nella disputa tra i club e ho deciso di non giocare la partita di Supercoppa Ajax-Psv; avevo trascorso tutta la mia giovinezza all’Ajax, e avevo giocato per l’Ajax per anni. Il club mi aveva dato molto ma avevo dato molto anch'io al club. Ho dovuto spingere per la mia cessione", conclude l’olandese.