"Mi sono lasciato subito coinvolgere, entrando nella vicenda a trecentosessanta gradi. Interpreto il ruolo di un pubblico ministero, nel docufilm che è stato ideato da Ambrogio Crespi e che mette sotto un cono di luce la sua personale vicenda giudiziaria". A raccontarlo all'Adnkronos è l'attore Lorenzo Flaherty, che racconta le emozioni del suo ritorno sul grande schermo nel ruolo di un pm in 'Stato di Grazia', il docufilm diretto da Luca Telese al suo esordio alla regia.
La pellicola, che sarà presente alla Mostra del Cinema di Venezia il prossimo 6 settembre, è nata da un'idea di Ambrogio Crespi dopo la vicenda giudiziaria che lo ha suo malgrado visto protagonista. Crespi, regista di film antimafia, ha avuto infatti una condanna definitiva a sei anni per concorso esterno in associazione mafiosa, a cui è seguita la grazia del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ed ha ora voluto raccontare la sua storia in un film diretto dal suo grande amico Luca Telese. "La pellicola -spiega Flaherty- mette sotto un cono di luce la sua personale vicenda giudiziaria, un percorso in cui il dramma di una famiglia si trasforma nella forza della famiglia stessa, rendendola un nuleo coeso con un'unica identità".
Per Flaherty, che torna al suo ruolo di attore proprio calcando il red carpet prestigioso della mostra di Venezia, 'Stato di Grazia' "è un'espressione sincera della realtà, la fotografa senza distorcerla, la immortala facendo entrare appieno il pubblico nella storia". Il film è prodotto da Psc Proger Smart Communication e Alfio Bardolla e raccoglierà al suo interno tante forti testimonianze. Un viaggio tra paradossi, ed incredulità, di giorni bui, ma anche di lotta incessante alla ricerca della verità e del riscatto di speranza che si traduce nella realtà della grazia parziale concessa, in tempi record, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.