Il comico in scena con Simone Colombari alla Sala Umberto fino all'1 dicembre
"Un erede di Enzo Jannacci? Zerocalcare. Lo so, non fa parte del mondo della musica. Ma in un certo senso è scomodo come lui. Molti artisti ci rassicurano, sappiamo già cosa andremo a vedere o ad ascoltare perché sono le copie di qualcosa di già visto. Zerocalcare come Jannacci non ha etichette - i geniacci non c'hanno una targa - ed entrambi, attraverso le rispettive arti, riescono a parlare di temi complessi ma con leggerezza, che non significa superficialità". A dirlo all'Adnkronos è il comico, cantante, musicista e conduttore radiofonico Max Paiella, in scena alla Sala Umberto fino all'1 dicembre con 'Jannacci...e dintorni' insieme all'attore Simone Colombari. Un tributo appassionato a un personaggio, che ha saputo coniare un linguaggio unico e universale. "Portiamo in scena un concentrato di Jannacci, tra l'amore per il jazz e il rock, e di chi c'era nei suoi dintorni. Dagli inizi con Adriano Celentano agli incontri fortunati con Giorgio Gaber, Dario Fo, Paolo Conte o Beppe Viola, ma anche Cochi e Renato", spiega Paiella, che sottolinea come questo gruppo di artisti abbia vissuto un periodo culturalmente complesso ed elevato" e in più, "si aiutavano tra di loro. Più erano colti e più collaboravano". Al contrario dell'oggi: "per fare un esempio, c'è una solitudine e un individualismo diffuso, anche tra i comici. I giovani, invece, cercano di cambiare questa tendenza".
Lo spettacolo "un po' cantato e un po' suonato" - con la regia di Lorenzo Gioielli e alla direzione musicale Attilio Di Giovanni - "ci dà l'opportunità di far riscoprire Jannacci, forse un po' incompreso. Lui si definiva un 'saltimbanco', che apparentemente è un termine che si riferisce a una persona poco seria, che fa solo ridacchiare", in realtà, "nel Medioevo era un artista abile a praticare diversi tipi di arte. Lui era così", dice Paiella. "Il nostro obiettivo è anche combattere la solitudine e far riscoprire l'empatia verso il mondo. Jannacci, infatti, nei suoi brani ha cantato l'emarginazione e le persone sottovalutate e abbandonate", racconta il comico. "Riscoprire i suoi testi, così innovativi, che parlavano negli anni Sessanta e Settanta di temi come l'emarginazione, la solitudine, la povertà con parole pesanti dette sorridendo è una cosa doverosa - dice Paiella - sono canzoni che potrebbero essere minifilm, tanto forti sono le immagini che trasmettono". È uno spettacolo "che va oltre la semplice esecuzione musicale, proponendosi come un vero e proprio racconto di vita e di impegno sociale, in cui la quotidianità e le sue contraddizioni vengono trasformate in opere d’arte", conclude.
Dopo la Sala Umberto, 'Jannacci...e dintorni' arriva dal 2 dicembre su RaiPlay, grazie alla squadra multipiattaforma di Radio Rai, con la regia di Ilaria Pacelli e Lorenzo Gioielli. Sul palco della storica sala A di via Asiago musica dal vivo con Attilio Di Giovanni (pianoforte e direzione musicale), Gino Mariniello (chitarra classica ed elettrica), Alberto Botta (batteria e percussioni), Flavio Cangialosi (basso e fisarmonica), Mario Caporilli (tromba e flicorno) e Claudio Giusti (sax, tenore e contralto).