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Massimo Ghini, "con 'E se mio padre' racconto la storia vera della mia famiglia allargata"

L’attore inaugura il Sudestival : "E' un piccolo fenomeno in cui girato con pochi soldi, che non ha avuto la raccomandazione di nessuno"

Massimo Ghini - Agenzia Fotogramma
Massimo Ghini - Agenzia Fotogramma
24 gennaio 2025 | 18.13
LETTURA: 3 minuti

"Mi piace definirlo 'un piccolo fenomeno', girato con pochi soldi, che non ha avuto la raccomandazione di nessuno. Ci stiamo sacrificando per farlo arrivare a più persone possibili". L’uscita nelle sale è stata breve ma "molte città, da Napoli a Firenze, e anche molte scuole continuano a chiedercelo perché il cinema è fatto di storie, che oggi si perdono. Si produce troppo e le sale chiudono per trasformarle in supermercati o fast food, dobbiamo far tornare le persone in sala. Non c'è un segreto su come cambiare tendenza, servono le storie". A dirlo all'Adnkronos è Massimo Ghini, che questa sera inaugura la 25esima edizione del Sudestival (in programma fino al 15 marzo), il progetto dell’Associazione Culturale Sguardi fondato e diretto da Michele Suma, con il film 'E se mio padre', diretto dalla sorella Solange Tonnini. "Sono stato io a darle questo nome. Mia nonna, romanissima, non capiva bene la pronuncia e mi ha detto 'come la chiami 'sta ragazzina? Suor Angela'", racconta Ghini con l'ironia che lo contraddistingue. Un film 'di famiglia' che racconta una famiglia "extra-large" come tante, ambientato nella metà degli Anni 80.

"Le persone che sono andate a vedere il film mi hanno detto che si sono riconosciute nella nostra storia. A quel tempo molti si vergognavano, non lo raccontavano il divorzio. La maggior parte delle famiglie erano costrette a fingere". Ma 'E se mio padre' "è anche una storia che vuole parlare ai giovani, per mostrargli quante cose abbiamo vinto in termini di diritti e di come si viveva in quel periodo storico". Il film è raccontato attraverso il punto di vista di Aida (Margherita Pantaleo), ha 12 anni e già da tempo ha capito che c'è qualcosa di oscuro sul conto di suo padre Adriano: sospetta che sia coinvolto in loschi affari. Con l'amico Daniel indaga, immaginandolo terrorista, killer o spia, legato a crimini degli Anni 70 e 80, fino a una sconcertante scoperta. Nei panni della mamma di Aida c'è Claudia Gerini: "Mi ha emozionato molto vederla nei panni di mia madre", ammette Ghini, che ha condiviso il set con suo figlio Leonardo, nei panni di suo papà da giovane. "Mi somiglia tantissimo, a quell'età ero un vero rompicogl**ni e lui mi rifà alla perfezione. Quando glielo dico ride come un pazzo", racconta.

L'emozione si fa strada tra i ricordi dal set: "Durante le riprese mi fermavo a pensare 'questa è la mia famiglia e la stiamo rappresentando'. Sono ancora senza parole", dice Ghini. Ma non è l’unico film personale a cui ha preso parte. "Ne 'La tregua' di Francesco Rosi io e John Turturro abbiamo raccontato la storia dei deportati che rientravano da Auschwitz. In quel racconto – spiega l'attore - c'è un po' di me, io sono figlio di un deportato. Mio padre è stato nel campo di concentramento a Mauthausen, se sono qui è perché abbiamo avuto fortuna". Ma "per me è stato un film emotivamente molto difficile da fare".

In occasione della presentazione del film, il Sudestival consegna a Ghini il premio alla Carriera. "Mi sento riconosciuto dal pubblico piuttosto che dal mio mondo, se devo dire la verità. Non mi hanno mai dato un David di Donatello. Mia moglie dice 'se te lo dovessero dare quando tu non ci sarai, non lo accetterò'. Non è un atto di presunzione o una polemica: mi colpisce il fatto che dopo tanti film hanno dato un David a tutti tranne che a me. Forse ho pagato lo scotto di essere stato sempre un po' dentro la politica del cinema, sono stato per oltre 10 anni presidente nazionale del Sindacato Attori Italiani-Cgil ma anche consigliere comunale". Oltre cento film e più di 40 anni di carriera, ma a Massimo Ghini il tempo che passa non spaventa: "Ho ancora voglia di fare film, non ci ho pensato all’ultimo che girerà. Intanto l’ultimo progetto a cui ho preso parte è di un regista americano, uscirà prossimamente", conclude.

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