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Lazza dei record, a Milano show monstre con parata di ospiti

Da Ghali a Tony Effe, passando per Sfera Ebbasta e Tedua, tanti i rapper alle oltre due ore di concerto

Lazza
Lazza
22 gennaio 2025 | 08.21
LETTURA: 5 minuti

Lazza è il ragazzo dei record: secondo classificato a Sanremo 2023 con 'Cenere', unico rapper solista in Italia ad essersi aggiudicato un Disco di Diamante per un album, è l'artista italiano con più certificazioni del 2024 secondo dati Fimi. Ma non basta.

Anche dal vivo Jacopo Lazzarini, questo il nome all'anagrafe, non delude le aspettative. Dopo il successo delle prime tappe, arriva all'Unipol Forum di Milano calando un poker di quattro sold out per il suo Locura Tour 2025, la nuova avventura live che animerà per tutto gennaio i principali palazzetti italiani, e che da mesi ha registrato l'en plein di tutto esaurito nelle sue 11 date. Un tour monstre, la sua seconda volta nei palazzetti, oltre due ore di musica e una setlist di 39 brani, curata nei minimi dettagli, che ospita sul palco milanese il meglio della scena rap italiana come Kid Yugi (con cui duetta sulle note di 'Mezze verità'), Ghali (in 'Ghetto Superstar'), Noyz, Capo Plaza, Tony Effe, Tedua e Sfera Ebbasta. Con loro ripercorre il suo repertorio, senza dimenticare i brani dell'ultimo album fresco di certificazione Triplo Disco di Platino 'Locura'.

"È un bel periodo, mi sto godendo i frutti di un album difficile da realizzare, venendo dal disco precedente, 'Sirio', che ha fatto risultati impensabili - dice Lazza -. Sono contento ma rotto fisicamente: con tutti questi brani in scaletta a livello vocale arrivare alla fine è devastante e un'ulteriore messa alla prova per me". Per questo tour, il rapper milanese ha voluto fare le cose in grande e in modo diverso rispetto alla tournée precedente. Basti pensare al palcoscenico a forma di diamante, studiato per offrire una visuale perfetta da ogni angolazione e frammentato da monoliti conficcati nel palco, lastre di cemento spaccate da cui emergono fasci di luce pulsante, e poi botole, lift e magic stairs in uno scenario post apocalittico dal forte impatto visivo. "Io questo palco lo pensavo da un po' di tempo così e sono contento che siano riusciti a realizzarlo come lo avevo in mente - ammette il rapper -. Sapevo che stavano per certificare il Disco Diamante e mi sono detto perché non farlo proprio con questa forma?".

Con lui sul palco non è presente una band, come nel precedente tour "ma forse la rivedremo - assicura -. Stavolta è quasi come Spotify però dal vivo. Ho voluto fare una cosa diversa, dando la precedenza al lato estetico". Ogni brano è un viaggio nella locura di Lazza. Il pubblico apprezza e canta a squarciagola tutte le canzoni. Nella lunghissima scaletta non mancano hit come 'Re Mida', 'Certe cose', 'Molotov', 'Abitudine' e 'Bon Ton', l'immancabile 'Cenere'. E ancora 'Gucci Ski Mask', 'Canzone d'odio' e 'Uscito di galera' oltre a una versione acustica di 'Buio davanti', eseguita assieme al suo storico insegnante di pianoforte, Aleksander Zielinski, maestro anche di tanti piccoli pianisti milanesi. "Lo conosco da 20 anni - dice Lazza - mi ha messo lui le mani sul pianoforte ed è bello poterlo coinvolgere dopo tanto tempo. Ci tengo agli affetti e al concerto, e portare qualcuno con cui ho un rapporto così speciale nel mio tour, per me è davvero significativo".

Nella sua Milano Lazza si sente a casa. E la famiglia è sempre presente. Da due mesi è diventato papà del piccolo Noah, avuto dalla compagna Greta Orsingher. "Devo gestire un po' i tempi - ammette - il bambino è piccolo e tutte le attenzioni sono rivolte a lui, lo vorrei portare con me ma è davvero troppo piccolo. Mia mamma, invece, viene a tutte le date". In linea con l'immaginario post apocalittico dello show, un posto d'eccezione lo occupano gli abiti di scena: tutti capi custom made, nei colori del bianco e nero, firmati da Domenico Orefice, tra cui spiccano i gilet con le spalle borchiate e i tank-top di pelle con il 22, il suo numero fortunato. "Volevo qualcosa di diverso - spiega Lazza - e ho scelto designer emergenti. Sono tutti capaci ad andare in Montenapoleone e vestirsi. Con Domenico ho avuto già il piacere di lavorare per il booklet del disco, l'anno scorso ha realizzato uno degli outfit per Sanremo e siamo molto amici. Abbiamo gusti simili, consideriamo lo stilista Rick Owens il nostro papà".

A soli 30 anni vanta numeri incredibili questo giovane artista che ama Chopin e il rap, e che si prepara a conquistare anche gli stadi, dove approderà per la prima volta con due date estive, allo stadio Teghil di Lignano Sabbiadoro e San Siro, entrambe a luglio. Mentre ad aprile varcherà i confini nazionali con il suo European Tour 2025, 11 date che lo porteranno nelle principali città europee. "È un bene che la scena rap si stia prendendo gli stadi - osserva -. Io quando ho iniziato a fare i concerti pregavo che ci fossero 100 persone e oggi ci metto la stessa enfasi del passato. È un grosso goal. Vuol dire che le cose sono cresciute e per il genere che faccio sta andando sempre meglio".

Non si sente un precursore, però, ammette, "a 12 anni quando ho iniziato a fare i primi live mi ci potevo pagare una cena e mai avrei pensato di fare i palazzetti un giorno. Quando io facevo 100 persone Salmo era al Fabrique. Lui mi ha sempre consigliato di fare le cose in una determinata maniera sul palco, e magari io ho fatto lo stesso con qualche amico del settore, passando il testimone". Il futuro, nel frattempo, lo sogna in grande: "Gli stadi li immagino pieni, cercheremo di fare per dieci quello che stiamo facendo con questo tour e da tifoso magari a San Siro ci metto di mezzo il Milan…poi chissà, magari un giorno ci esce anche un live a New York". (di Federica Mochi)

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