
Esce il 21 marzo il nuovo album dell'artista italo-brasiliana: tredici brani che vedono la collaborazione speciale di Capo Plaza, Guè, Lorenzza e Toquinho. Il 7 maggio lo presenterà con un concerto al Fabrique di Milano
C'è una nuova Gaia, più autentica e intima, nel nuovo album ‘rosa dei venti’, in uscita il 21 marzo prossimo. Tredici brani, tra cui il singolo di Sanremo ‘Chiamo io chiami tu’ e le voci della mamma, della nonna, del papà e delle sorelle Frida e Giorgia, assieme a quattro collaborazioni speciali con Capo Plaza, Guè, Lorenzza e Toquinho che, ammette, “fanno parte della mia playlist quotidiana”. Un progetto del quale l’artista italo-brasiliana, classe 1997, va molto orgogliosa. “E’ un disco scritto negli ultimi tre anni - ammette Gaia incontrando la stampa a Milano, elegantissima in completo bordeaux, cravatta abbinata e stiletto -. Sono molto felice, c’è sempre spazio per migliorare e crescere però è davvero un disco di cui sono fiera. Al di là delle incredibili collaborazioni, che amo follemente, è un album che ha un po’ di voci che non sono così conosciute al grande pubblico ma sono parte del mio cuore”.
Attraverso un lavoro di scrittura personale, istintivo e autentico, un flusso naturale, Gaia racconta nel nuovo album i suoi 20 anni, una fase della vita che sembra non avere direzione – apparentemente destabilizzante – guidata da venti che soffiano e decidono per noi. Il disco, primo progetto interamente in italiano della cantautrice italo-brasiliana, apre al suo diario personale e, tra pezzi più intimi e canzoni più energiche, traccia un percorso alla ricerca della bussola interiore. “Questo album mi ha concesso tanta libertà - spiega Gaia - io con il portoghese sono stata sempre molto autonoma, usciva naturalmente, mentre l’italiano mi poneva sempre più distante dall’approccio di creazione e di scrittura. Tutti i collaboratori stavano facendo altri progetti e ho detto ‘vorrei innamorarmi di questa lingua musicalmente’ quindi è stato un processo lungo ma catartico e divertente”. ‘rosa dei venti’ è il terzo album di Gaia, che l’artista si appresta a presentare al pubblico con diversi appuntamenti instore e un live in calendario al Fabrique il 7 maggio prossimo. Se ‘Genesi’ e ‘Alma’, nati durante la pandemia, non le hanno permesso di trovarsi a contatto reale con il pubblico poiché “tutto era un po’ astratto”, adesso lo show milanese intende regalare “tante sorprese e mostrare "qualche amico" sul palco insieme a lei.
Le canzoni di 'rosa dei venti' sono nate dopo alcuni viaggi in giro per il mondo, “da sola o in compagnia” spiega Gaia, tra cui uno in Amazzonia. Un periodo durante il quale si è aperta di nuovo “dopo un periodo di chiusura e distanza”. Le canzoni sono arrivate lentamente e senza una direzione precisa. “Non capivo dove dovesse andare a finire questo disco ma poi, verso la fine, quando c’erano già 6/7 brani che avevano senso di esistere e si parlavano tra loro, ho iniziato a vedere in giro il simbolo della rosa dei venti - ricorda la cantante -. Era sul braccio del cameriere che mi portava il cibo, durante le session fuori porta a Cefalù, in un mosaico gigante, in una lettera scritta da alcuni amici negli Usa”.
E proprio tra Cefalù, Settimo Milanese e il Lago d'Orta, dove il produttore Michelangelo ha uno studio di registrazione sono nate le canzoni, tra cui ‘Vento’, definita da Gaia come un brano "senza tempo". L’artista, reduce dal successo di Sanremo, confessa di essersi divertita ad andare in studio “e non sapere cosa fare con quei brani”. E poi, osserva, “mi ha divertito scrivere questa lettera d’amore per l’Italia: mi sembra sempre di dover difendere l’altra mia patria quando sono dall’altra parte". L’italiano "è una bellissima coccola musicale e la poesia della nostra lingua non si può eguagliare, quindi sia che si tratti di una canzone pre-serata o di un brano come ‘Cicatrice, che ha la sua densità emotiva, avevo voglia di raccontarlo così”.
L'artista è cambiata ed è cresciuta, non c’è dubbio, e non nasconde che il nuovo lavoro l'abbia resa più consapevole di sé. “Ho capito che dovevo essere autentica con me stessa, nel bene e nel male - spiega - e il brano ‘Cicatrice’ è il frutto di questa considerazione”. Durante la stesura del disco c’è stata una trasformazione “e credo stia ancora avvenendo - rivela -. Credo che il parto sia ancora in corso. A volte senti di aver fatto 100 km in avanti e altre ti senti inerme rispetto a te stesso. Questo album mi ha fatto prendere più consapevolezza di me e mi fa essere più dolce e gentile nei miei confronti. E’ un disco di accettazione quotidiana, che mi fa essere grata e felice di quello che faccio e mi aiuta ad accogliere anche i momenti no”.
L'album si apre con Beijo (Intro) e contiene le parole di sua nonna, delle sue sorelle Giorgia e Frida e di suo padre, e si chiude poi simbolicamente, in coda al brano 'Vento', con le parole di sua madre che le augura di sentirsi libera e di volare. Tra le tracce non manca 'Chiamo io chiami tu', che Gaia reputa più adatta al Sanremo di Amadeus che a quello di Carlo Conti e che, complice il video virale del suo coreografo Carlos Diaz Gandia, sta riscuotendo un notevole successo in tutto il mondo. Nella tracklist spicca ‘Cicatrice’, brano che Gaia intona, emozionandosi fino alle lacrime. “Ha un carico emozionale molto imponente per me, è nato in due ore e mi ha mandata in crisi” sottolinea la cantante, che con ‘rosa dei venti’ dà prova di una forte crescita artistica e personale e dimostra una maturità autoriale sviluppata nel corso degli ultimi anni, e diventata sempre più fine e accurata. (di Federica Mochi)