
Domani sera la rappresentazione nell'area archeologica di Largo Argentina per la regia di Yuri Napoli, traduzione e adattamento dell'opera di Daniele Salvo). "Roma è l’unica città al mondo dove il teatro può fondersi con la Storia in modo così potente", spiega il regista
Mettere in scena 'Giulio Cesare' di William Shakespeare nel giorno e nel luogo esatto in cui si consumò il più celebre tradimento della storia, è un evento che non ha precedenti. Non si tratta solo di uno spettacolo teatrale (regia firmata da Yuri Napoli, traduzione e adattamento di Daniele Salvo), ma di un’operazione culturale che fonde teatro, storia e memoria. Il 15 marzo il pubblico assisterà non a una semplice rappresentazione, ma a un’esperienza immersiva che riporta in vita un momento cruciale della Storia. L’area archeologica di Largo Argentina, dove Giulio Cesare fu assassinato nel 44 a.C., diventa parte integrante della messinscena e Roma diventa il palcoscenico di sé stessa.
Shakespeare racconta il crollo di un mondo. Giulio Cesare non è solo la storia di un uomo, ma il dramma di un sistema politico che si frantuma, di un equilibrio che si spezza. È una tragedia sul potere e sul sacrificio, sul conflitto tra ambizione e lealtà, tra idealismo e pragmatismo. L’ allestimento teatrale sarà a cura dell’Associazione Ids-Imprenditori di Sogni, da quindici anni attiva nella produzione di eventi culturali a Roma e in tutto il mondo e guidata da Yuri Napoli, regista, attore e autore formatosi in Italia e all’ estero tra New York e Londra. A completare il cast gli attori Samy Bruschetti, Matteo Caranfa, Leonardo Cesaroni, Giacomo Doni, Michele Fiore, Vincenzo Iantorno, Andrea Lami, Riccardo Parravicini, Francesco Perinelli, Beatrice Rincicotti, Davide Rossetti e Francesco Valeri.
"Lo spazio scenico naturale delle rovine, con le sue pietre intrise di storia, è la nostra scenografia - racconta il regista Yuri Napoli - Il pubblico assisterà allo spettacolo circondato dalle ombre del passato, avvolto da un’atmosfera che rende la finzione teatrale quasi indistinguibile dalla realtà. La luce e il buio diventeranno strumenti drammaturgici essenziali. I fuochi, il chiaroscuro, il gioco di ombre tra i templi abbattuti restituiranno il senso di un mondo sull’orlo del caos. Il pubblico vedrà i congiurati emergere dall’oscurità, sussurrare tra le colonne, avanzare nel silenzio della notte come spettri di una Repubblica morente".
"Questa produzione è un omaggio alla potenza del teatro, alla sua capacità di rendere vivi i fantasmi della storia, di trasformare un luogo in un racconto, in un’evocazione - aggiunge il regista - Mai nella storia un dramma di Shakespeare è stato rappresentato nel luogo e nel giorno esatti dei fatti narrati. Per questo motivo, in questo percorso mi sono avvalso della consulenza anche di alcuni docenti della Royal Academy of Dramatic Art di Londra, e del prezioso adattamento di Daniele Salvo, per cercare di rispettare il più possibile i canoni drammaturgici di una messa in scena, in fondo, tradizionale. Il pubblico non vedrà un’interpretazione modernizzata, ma uno spettacolo che si nutre del tempo e dello spazio in cui avviene, un’esperienza unica che potrà essere vissuta solo qui, solo in questo preciso momento dell’anno".
"Roma è l’unica città al mondo - conclude - dove il teatro può fondersi con la Storia in modo così potente. Questa operazione è la dimostrazione di quanto l’arte possa farci rivivere il passato e renderlo ancora ricco di significato. Lo spettacolo chiuderà il palinsesto di eventi delle Idi di Marzo, organizzato dall’Associazione Gruppo Storico Romano.