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Fedez e le accuse di evasione fiscale: "Arrivate scuse dal Codacons". Ma l'associazione gli risponde

Rimosso il comunicato stampa in cui si puntava il dito contro il rapper 'nullatenente'

Fedez e Carlo Rienzi
Fedez e Carlo Rienzi
29 febbraio 2024 | 17.29
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Fedez ha ricevuto "una lettera di scuse da parte del Codacons", che oggi ha "rimosso dal suo sito web il comunicato stampa" che conteneva "l'accusa a Fedez e alle società della sua famiglia di evasione fiscale e di trame oscure". A riferirlo alla AdnKronos sono fonti vicine al rapper.

"La rimozione del comunicato stampa del Codacons - secondo quanto si apprende da fonti vicine alle società di Fedez, che affermano di aver già presentato su tali fatti denuncia in Tribunale - è avvenuta dopo che i loro legali, che avevano intimato al Codacons tale rimozione, hanno ricevuto una lettera di scuse, a firma dell'associazione e per essa del suo presidente Carlo Rienzi, nella quale si afferma che non era intenzione del Codacons accusare Fedez né di evasione fiscale né di altre condotte non lecite".

La risposta del Codacons

Il Codacons pubblica il testo integrale della lettera inviata ai legali di Fedez dopo la richiesta di rimozione del comunicato dove l’associazione informava dell’esposto alla Guardia di finanza circa gli asset societari del rapper. "Apprendiamo del comunicato diffuso oggi da Fedez dove finalmente il rapper sembra capire che l’esposto alle Fiamme gialle era un atto doveroso per il Codacons – spiega l’associazione - Considerata la sua 'coda di paglia', con la nostra lettera abbiamo anche informato Fedez che noi non siamo soliti offendere nessuno, ma andremo a fondo per accertare che uso fa di tutte quelle società".

La lettera

Ecco il testo integrale: "Cari Colleghi, abbiamo letto con la massima attenzione la Vs. diffida e vogliamo precisare quanto segue. In primo luogo il motivo per il quale l’associazione ha pubblicato il comunicato in questione è legato alle stesse iniziative del Sig. Fedez in cui lui stesso ha parlato delle modalità attraverso le quali gestisce i suoi patrimoni (ricordiamo sul punto, ad ogni buon conto, la seguente dichiarazione pubblica: 'non ho intestato nulla a nome mio e dunque sono tecnicamente nullatenente perché è tutto intestato alle società della mia famiglia, come avviene per molti imprenditori e imprenditrici di questo paese')".

"A tal riguardo -prosegue il documento- sicuramente non vi sfuggirà la considerazione secondo la quale il Vs. assistito è un personaggio pubblico con rilevanza pubblica. Lo stesso discorso sarebbe valso se determinate esternazioni fossero state proferite da un Ministro. Il Sig. Fedez ha un seguito che inevitabilmente lo rende influente sul pubblico e, come tale, inevitabilmente, si espone ancor di più ad eventuali critiche, riflettori puntati e controlli. Atteso che il Sig. Fedez si rivolge a milioni di persone va da sé che lo stesso, al pari degli altri personaggi di rilevanza pubblica, debba essere cristallino e trasparente perché si rivolge, appunto, a milioni di giovani di cui spesso e volentieri è preso come modello di vita e di crescita. Vogliamo ricordare, sul punto, come fu l’allora Premier Giuseppe Conte ad incaricare il Sig. Fedez e sua moglie a sensibilizzare, attraverso le proprie stories, i giovani ad indossare la mascherina nel corso dell’emergenza pandemica proprio per il seguito di cui gli stessi possono fregiarsi. Non vi sfuggirà altresì la funzione del Codacons che, si rammenta, è associazione di consumatori che ha tra i propri fini statutari il diritto di presentare esposti alle autorità relativamente a fenomeni di rilevanza sociale".

"Segnatamente lo Statuto del Codacons, all’art. 3 prevede che 'L’Associazione, anche in adempimento dei principi fissati dall’art. 101 del Tfue – persegue il prioritario fine di tutelare i consumatori finali dai pregiudizi derivati da decisioni, accordi o pratiche concordate, ovvero da qualsivoglia tipo di attività illecita posti in essere da soggetti pubblici o privati e volti a falsare la concorrenza in materia di fornitura di beni o servizi nonché turbare aste pubbliche o ostacolare organi pubblici di vigilanza su banche e intermediari finanziari,(…)' e che 'Vigila sulla corretta gestione del mercato mobiliare per contrastarne l’alterazione e la manipolazione da parte di soggetti privilegiati".

Con riferimento in particolare "al diritto di critica del Codacons sempre lo Statuto prevede che l’associazione 'Promuove iniziative di informazione per la tutela degli utenti dei servizi finanziari, bancari o assicurativi;' -scrive il Codacons- Dunque il diritto di informazione e di critica rientra tra le funzioni specifiche statutarie dell’associazione che persegue la trasparenza assoluta nei comportamenti dei contribuenti. Diritto di critica qualificato del Codacons che è stato espressamente riconosciuto, fra le tante pronunce, dalla Corte di Cassazione, Sez. V penale: 'La Corte d’Appello avrebbe dovuto limitarsi a riscontrare il nucleo di verità incontestato insito nei comunicati Codacons, pertinente alla materialità dell’investimento effettuato presso la società Lehman ed alla sussistenza di legami familiari tra la parte lesa e Terenzio Cugia, provvisto di un ruolo gestionale preminente presso la società emittente dei titoli acquistati dalla Siae, concretizzando l’esercizio del diritto di critica la manifestazione di interrogativi in proposito, sia pure in forma ironica e allusiva. Ciò tanto più considerata la funzione del Codacons, ente preposto a tutela delle esigenze dei consumatori. Sulla scorta delle considerazioni fin qui esposte si deve pertanto procedere all’annullamento della sentenza impugnata perché il fatto non costituisce reato'. (Cassazione penale sez. V, 25/01/2017, (ud. 25/01/2017, dep. 14/03/2017), n.12265)".

Dunque "il Codacons ha un diritto di critica più ampio rispetto all’italiano medio. Posto quanto sopra, attesi i suddetti scopi statutari del Codacons, ci permettiamo di ribadire come sia indubitabile che un fatto del genere, ovvero l’amministrazione di un ingente patrimonio attraverso diverse società che sono state oggetto di diverse operazioni, potrebbe condurre ad una, ancorchè non voluta, elusione fiscale (non evasione) che potrebbe impedire o rendere arduo alle Autorità l’accertamento dei redditi. Dopo tutto questo vorremmo precisare che non era nostra intenzione assolutamente di accusare il Sig. Fedez né di evasione fiscale né di altre ipotesi che possano sussumersi in fattispecie penalmente rilevanti o fiscalmente rilevanti".

Piuttosto, scrive ancora l'associazione, "era nostra intenzione limitarci ad una semplice esposizione dei fatti. Vi sarà senz’altro noto, e non vogliamo di certo insegnarvelo noi, che, ai sensi del combinato disposto degli artt. 684 c.p. e 114 e 329 c.p.p., l’esposto alle Autorità non è un atto coperto dal segreto e di cui sia vietata la pubblicazione a mezzo stampa non essendo un atto formato dal P.m. nel corso delle indagini e sottoposto dunque al segreto ('Ai fini dell’integrazione del reato di pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale, non rientra nel divieto di pubblicazione di cui all’art. 114 c.p.p. una denuncia presentata al pubblico ministero o alla polizia giudiziaria, in quanto non atto di indagine compiuto da costoro'. Cassazione penale , sez. I , 02/02/2017, n. 21290). Posto dunque che da parte nostra, si ribadisce, non vi era alcun intento accusatorio, se il Sig. Lucia ha avuto tale impressione noi ci scusiamo e sicuramente toglieremo questo comunicato dal sito web".

"Inoltre valuteremo, dopo avere ricevuto il parere che stiamo chiedendo oggi stesso all’Agcm e all’Agenzia delle Entrate, per maggiore trasparenza e chiarezza dei nostri scopi sociali, se pubblicare integralmente l’esposto. Quindi ci scusiamo per l’equivoco e per gli eventuali toni utilizzati. Vi salutiamo con cordialità. E vi invitiamo alle prossime iniziative del Codacons, come doveroso, che avranno ad oggetto il Vostro assistito".

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