
Uscita su Netflix nel 2022, la docu-serie in quattro episodi è incentrata sulla figura di sua madre Wanna Marchi
Stefania Nobile è stata arrestata oggi insieme all'ex compagno Davide Lacerenza in un'inchiesta su autoriciclaggio, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e detenzione e spaccio di droga. La vita della donna è stata raccontata in una serie Netflix, 'Wanna', uscita nel 2022 e dedicata principalmente a sua madre Wanna Marchi.
La docu-serie ripercorre tutta la storia di Wanna Marchi: lo stile aggressivo con cui si rivolgeva agli spettatori, che era il marchio di fabbrica degli show in cui proponeva creme dimagranti miracolose; la ricchezza e la fama degli anni '80, con la figlia Stefania al fianco; la caduta degli anni '90; la voglia di riscatto di fine anni '90, quando, dopo avere venduto l’illusione della forma fisica perfetta, passeranno a commercializzare l’unica cosa che nessuno aveva mai pensato di vendere: la fortuna. Creme dimagranti e antirughe lasciano così il posto ad amuleti e numeri benedetti venduti insieme al Maestro di vita Do Nascimento. Questa strepitosa macchina da soldi si sarebbe poi rivelata essere altro: una truffa clamorosa, realizzata grazie a una complice insospettabile, la televisione.
E nonostante abbia affrontato un buon numero di guai giudiziari, Wanna Marchi è ancora convinta che "i coglioni" vadano truffati e non si pente di nulla. Lo dice a chiare lettere, naturalmente urlando, nel corso della docu-serie. Una storia che può insegnare molto anche ai contemporanei, come aveva sottolineato Giovanni Bossetti, manager per i contenuti italiani non fiction di Netflix, al momento dell'uscita della serie: "Oggi una telecamera e un obbiettivo li abbiamo tutti, non abbiamo più le televendite ma il concetto è lo stesso. La serie Wanna ha dimostrato in tante maniere di andare a toccare temi che sono ancora molto attuali, e questo per me era davvero interessante da raccontare".
'Wanna' è ideata da Alessandro Garramone (che l'ha anche scritta con Davide Bandiera), diretta da Nicola Prosatore e prodotta da Gabriele Immirzi per Fremantle Italia. I quattro episodi sono stati realizzati con un lungo e accurato lavoro di ricerca e preparazione: 22 testimonianze, circa 60 ore di interviste (comprese Wanna Marchi e la figlia Stefania Nobile e il famigerato quanto introvabile 'mago' Do Nascimento), 100 ore di materiali d’archivio passate al setaccio. Il tutto per raccontare un caso che ha fatto scalpore attraverso le testimonianze di tutti, dalle vittime ai carnefici, passando per le figure più significative del nascente mondo delle tv private e delle televendite dell’epoca.
"Con Wanna e la figlia abbiamo fatto tre incontri preparatori di due ore e mezzo. Poi abbiamo avuto appuntamenti per le interviste con ognuna di loro, sette ore a testa, per un totale di 20 ore circa di girato", aveva spiegato Garramone nel 2022. Nelle interviste le due non smentiscono le rispettive personalità e non rinnegano praticamente nulla di quanto hanno fatto.
Una delle cose più complicate, aveva chiarito Garramone, è stato trovare Mário Pacheco Do Nascimento: "Volevamo trovarlo a tutti i costi, perché se la serie fosse andata in onda senza una sua intervista e qualche giornalista il giorno dopo lo avesse trovato, il mio produttore mi avrebbe detto: 'complimenti, bravissimo'". "Lui non si vedeva in Italia da una quindicina d'anni - aveva detto l'autore - e gli ultimi ad averlo intervistato erano stati quelli di 'Striscia la Notizia'. Qualcuno ci aveva detto che era ancora in contatto con molte persone in Italia ma in realtà non era così. Così mi hanno aiutato due giornalisti, Giuseppe Bentivegna e Olga Borghini, a cercarlo in Brasile. Abbiamo individuato una zona dello stato di Bahia, abbiamo pensato che attraverso i ristoranti italiani, magari frequentati per nostalgia, avremmo potuto rintracciarlo. Ma erano 1.500. Poi Giuseppe, che è molto capace con le indagini digitali, è riuscito a trovarne traccia tramite il sistema di archiviazione degli atti giudiziari. Siamo risaliti all'avvocato e l'abbiamo contattato. Ha accettato di incontrarci. Abbiamo fatto un incontro via Skype. Ma quando l'ho visto sono un po' impazzitto e, nonostante fossimo in pieno Covid, ho fatto un blitz con una troupe brasiliana per registrare questa intervista. Di alcune cose aveva voglia di parlare, di altre non aveva voglia, come vedranno gli spettatori. Ma in questa docuserie doveva esserci".