
Il film arriva il 14 marzo su Paramount+, nel cast anche Anna Ferzetti e Massimo Poggio
Scorrette, ciniche e competitive. Quarantenni di successo, toste e indipendenti (come canta Marcella Bella in 'Pelle diamante'). Ma tra di loro una grande amicizia. Sono Virginia e Diletta, interpretate rispettivamente da Ambra Angiolini e Anna Ferzetti, le protagoniste di 'Bff - Best friends forever': la dark comedy di Andrea Fazzini e Alessandro Pavanelli che debutta il 14 marzo in esclusiva su Paramount+. "Anche noi donne possiamo finalmente essere scorrette e anche str**ze come gli uomini, per esempio quelli che vediamo nei film di Tarantino", riflette Angiolini in occasione di un incontro stampa.
La commedia segue Virginia e Diletta, amiche per la pelle da sempre. Ad unirle non è solo il bene, ma anche la competitività, soprattutto se si tratta di conquistare un uomo. Quella che, inizialmente, è una 'onesta' battaglia amorosa tra due donne innamorate, ben presto si trasforma in una guerra senza esclusione di colpi. L’amore non conta più niente. Conta vincere. Strappare l’uomo dalle braccia dell’altra. Trionfare a scapito di tutto e tutti. Soprattutto a scapito dell’oggetto del loro iniziale desiderio: Diego (Massimo Poggio), maschio alfa smontato un pezzo alla volta. "Io mi rivedo in Virginia, ma ho spinto l'acceleratore e l'ho peggiorata perché mi sembrava troppo buona", spiega l'attrice, "lei e Diletta sono str**ze e non c'è una motivazione sono così. Non bisogna trovare necessariamente una motivazione".
Angiolini ha deciso "di fare questo film per pure divertimento, ogni tanto è bello fare delle cose un po' pazze. In modo particolare oggi in cui si racconta solo un aspetto della femminilità, come racconto in teatro con 'Olivia Denaro' (tratto dalla storia vera Franca Viola, a prima donna italiana ad aver rifiutato il matrimonio riparatore pubblicamente, ndr)". Per l'attrice è anche l'occasione per riflettere sull'attualità: "Se fossi un uomo sarei il primo a scendere in piazza contro i femminicidi, e invece lo abbiamo fatto prima noi. Questo perché c'è la convinzione che sia una questione che riguardi solo noi donne, ma non è così. Se un operaio muore sul lavoro, io scendo in piazza perché una persona che subisce un'ingiustizia ci riguarda tutti", conclude.(di Lucrezia Leombruni)