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Po d'AMare, 8 big bags di rifiuti e 92 kg di plastica avviata a riciclo

Po d'AMare, 8 big bags di rifiuti e 92 kg di plastica avviata a riciclo
26 marzo 2019 | 10.42
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Otto 'big bags' pieni di rifiuti e circa 92 kg di plastica avviata completamente a riciclo sono il risultato del progetto 'Il Po d'AMare', iniziativa contro il marine litter realizzata sul fiume Po per circa 4 mesi, tra luglio e novembre 2018.

I rifiuti portati dal più grande fiume italiano sono stati, infatti, intercettati da barriere galleggianti prima di arrivare al mare Adriatico e avviati al riciclo grazie al progetto pilota di raccolta e recupero dei rifiuti, uno dei primi al mondo di prevenzione dei rifiuti in mare, predisposto dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, dai Consorzi Corepla e Castalia e realizzato grazie al coordinamento istituzionale svolto dall’Autorità di Bacino distrettuale del fiume Po e con il patrocinio del Comune di Ferrara e dell’Aipo (Agenzia Interregionale per il fiume Po).

I rifiuti marini provengono per circa l’80% dalla terraferma e raggiungono il mare prevalentemente attraverso i corsi d’acqua e gli scarichi urbani, mentre per il 20% derivano da attività di pesca e navigazione. Tra le principali cause del marine litter, la gestione non corretta di rifiuti urbani e industriali, la scarsa pulizia delle strade, abbandoni e smaltimenti illeciti. Inoltre l’Italia, per la sua posizione al centro del Mediterraneo, un bacino chiuso, e l’estensione delle sue coste, è un Paese particolarmente esposto a questo problema.

Il progetto pilota, operativo dal 18 luglio al 16 novembre 2018, ha lavorato a regime per quasi cento giorni. Nel periodo di operatività ha raccolto circa 3 quintali di rifiuti, stipati in 8 big bags, di cui 92,6 chilogrammi (il 40%) di plastica. La frazione non plastica è costituita, per la maggior parte, da scarti vegetali; intercettati anche contenitori in vetro.

La quota più rilevante in termini di peso del rifiuto plastico captato è rappresentata da PE proveniente da fusti di capacità maggiore a 25 litri, imballaggi utilizzati in ambito agricolo o industriale.

Il progetto 'acchiappa rifiuti' ha realizzato la selezione e la raccolta dei rifiuti galleggianti attraverso l’installazione di un dispositivo di raccolta (Seasweeper) con barriere in polietilene galleggianti che non interferiscono con la flora e la fauna del fiume, progettato da Castalia e posizionato nel tratto del fiume Po in località Pontelagoscuro (Comune di Ferrara) a 40 km dalla foce.

I rifiuti intercettati sono stati avviati al riciclo e, con il supporto di Corepla, il rifiuto plastico è stato poi inviato al centro di selezione che ha separato e avviato a riciclo le diverse frazioni polimeriche. Il granulo di plastica ottenuto dalle operazioni di riciclo è stato, infine, inviato ad una azienda inglese per la realizzazione di una casetta rifugio.

Si tratta di una prima sperimentazione di un progetto che proseguirà con nuove iniziative anche nel corso del 2019, ma da cui si possono trarre alcune importanti conclusioni. Primo: il sistema di captazione funziona, avendo operato per l’83% del tempo e intercettato tutti i rifiuti galleggianti che hanno attraversato la sezione delle barriere. Secondo: tutta la plastica che è stata intercettata era in buone condizioni, non degradata, ed è stato possibile avviarla a riciclo e reimmetterla così nel ciclo produttivo, risparmiando nuova materia prima. Terzo: i quantitativi raccolti, anche se derivanti da un unico punto di intercettazione, sono limitati grazie anche a un buon sistema di raccolta e gestione dei rifiuti in particolare plastici, a terra.

"L’impegno che l’Autorità Distrettuale del Fiume Po dedica e dedicherà alla lotta agli inquinanti è massimo; e, in particolare, favorendo il progetto Po d’AMare desidera sensibilizzare e coinvolgere le comunità e tutti i portatori di interesse sul valore stesso dell’acqua e sulla maggiore attenzione che andrebbe dedicata da tutti al fine di preservarne l’utilità e la qualità", sottolinea il segretario generale dell’Autorità Meuccio Berselli.

Secondo Antonello Ciotti, presidente Corepla, "i risultati della sperimentazione del 'Po d'AMare' sottolineano come una corretta gestione dei rifiuti a terra porti ad avere corsi d'acqua con una sensibile minor presenza di rifiuti, in plastica in particolare. Ad oggi a livello nazionale, 8 imballaggi in plastica su 10 immessi sul mercato vengono recuperati dal sistema Corepla. C'è ancora molto da fare ma un efficiente servizio di raccolta differenziata che facilita il riciclo, attento alle esigenze dei cittadini sempre più consapevoli ed informati, è un potente antidoto all'inquinamento di fiumi e mari."

"Ora - osserva Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile - per passare dalla fase sperimentale del progetto ad una operativa, replicabile su altri fiumi italiani, sembrerebbe utile introdurre nella legislazione nazionale un riferimento chiaro e esplicito alla classificazione dei rifiuti presenti nei corsi d’acqua (oltre che nei laghi e nel mare) in modo da superare qualunque possibile incertezza interpretativa".

"Confidiamo che questa best practice venga valorizzata dalle istituzioni, anche alla luce del fatto che questo sistema può prevenire l’arrivo della plastica in mare ed è stato progettato per essere declinabile su qualsiasi corso d’acqua", rimarca Lorenzo Barone, direttore generale di Castalia Operations.

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