Un vero e proprio massacro che ha come teatro l'Australia e interessa, paradossalmente, proprio il suo simbolo: sono più di 44 milioni i canguri, uccisi dal 2000 al 2018, una media di 2.324.711 l'anno. E stando alla denuncia della Lav, l'Italia è più che complice, protagonista, in quanto primo Paese importatore di pelli di canguro in Europa, utilizzate per le produzioni di alta gamma nel settore della moda e dell’abbigliamento sportivo.
“Si tratta di un massacro di proporzioni dieci volte maggiori della più nota caccia alle foche del Canada, ma scarsamente conosciuto - dichiara Simone Pavesi, responsabile Lav Moda Animal Free – Facciamo appello alle istituzioni italiane e dell’Unione Europea affinché introducano il divieto di importazione di pelli e carni di canguro. L’Italia, con Lav capofila, e l’Unione Europea sono state pioniere nel vietare, fin dal 2006, l’importazione di pelli di foca: un importante precedente ora utile anche per arginare la mattanza dei canguri".
Si stima che, ogni anno, tra 133.000 e 280.000 cuccioli “at-foot” (deambulanti) e tra 372.000 e 783.000 cuccioli “pouch” (ancora nel marsupio), siano le vittime collaterali della caccia commerciale che prende di mira in particolare sei specie: Canguro Grigio Occidentale, Canguro Grigio Orientale, Canguro Rosso, Wallaroo Comune, Wallaby di Bennet e Pademelon della Tasmania.
“Per fermare questa mattanza è in primo luogo necessario far venire alla luce quello che da anni avviene in Australia - spiega ancora Pavesi – una caccia brutale che si svolge di notte, nelle sconfinate praterie, lontano dagli occhi del pubblico e senza una reale possibilità di controllo da parte delle autorità. È necessario che le persone e le aziende sappiano".
I maggiori utilizzatori, secondo la denuncia della Lav, sono le aziende del settore sportivo: del motociclismo, per la produzione di tute da competizione perché la pelle di canguro è più sottile e resistente di quella bovina; calcistico, perché la pelle di canguro è più adattabile al piede.
Con molte aziende Lav ha già avviato dei contatti, informando sulla provenienza dei materiali di cui esse fanno uso e chiedendo impegni precisi per la dismissione di queste produzioni, come già fatto da altre imprese e Paesi nel mondo e sta collaborando con un team internazionale per sviluppare azioni che nei prossimi mesi la vedranno impegnata anche sul piano istituzionale, al fine di vietare l’import, in Italia e in Europa, dei prodotti ricavati da questi animali.
Per far conoscere al pubblico questo massacro, la Lav porta in Italia il documentario “Kangaroo, A Love-Hate Story” (Milano, 8 ottobre ore 20.00 - Anteo Palazzo del Cinema) di Kate e Michael McIntyre che denuncia gli aspetti dell'uccisione commerciale dei canguri ma anche i rischi per la salute associa al trattamento delle carcasse. Il documentario testimonia l’impraticabilità dei controlli nelle vaste praterie australiane e dimostra che il codice di condotta nazionale per l'uccisione “compassionevole” e per il trattamento degli animali e dei piccoli nel marsupio di una madre uccisa, non viene il più delle volte rispettato.
La Lav partecipa al Salone della Responsabilità Sociale d’Impresa e dell’Innovazione Sociale organizzato dell’Università Bocconi di Milano, con un intervento sul tema della moda etica e animal-free, nel panel “La rivoluzione sostenibile della moda parte dai materiali”.