In Italia sono presenti più di 3.000 specie aliene, di cui oltre il 15% invasive. Negli ultimi 30 anni il numero delle specie aliene nel nostro Paese è aumentato del 96%: si tratta di piante e animali alloctoni invasivi che possono causare l’estinzione delle specie autoctone, alterando la composizione delle specie presenti in una certa area, portando alla degradazione totale degli habitat che occupano o modificando le dinamiche di erosione del suolo.
Questo fenomeno rappresenta una delle maggiori minacce globali alla biodiversità, con un impatto economico e sociale sempre più rilevante: nella sola Unione Europea si stima che gli impatti causati da queste specie determinino perdite superiori ai 12 miliardi di euro.
Come si diffondono? La diffusione incontrollata riguarda in particolare le piante aliene, specie esotiche che si naturalizzano nel nostro territorio dopo essere arrivate con i sistemi più disparati: attraverso la compravendita nei vivai di piante ornamentali che poi disseminano ovunque, casualmente con il trasporto delle merci o nelle valige dei viaggiatori, accidentalmente come semi trasportati nei residui di terra delle scarpe da trekking, tra le granaglie usate in agricoltura e molto altro ancora.
I loro effetti possono essere disastrosi quando le specie autoctone vengono sopraffatte o quando sono ostacolate nella crescita, come accade in presenza di ailanto, buddleia, paulonia, ambrosia, al punto che la Commissione Europea ha provveduto a stilare liste ufficiali delle specie aliene invasive con il divieto di utilizzo, vendita e movimentazione di queste specie.
Per limitare l’introduzione di nuove specie vegetali invasive e contrastare la diffusione di quelle presenti “è essenziale aumentare la consapevolezza di tutti i settori della società, dai più piccoli, con attività e laboratori di educazione ambientale, ai professionisti, pubbliche amministrazioni e a tutti coloro che sono coinvolti direttamente o indirettamente nell’utilizzo di specie animali e vegetali alieni potenzialmente invasivi”, spiega Alessandra Caddeo, del team di lavoro per progetto europeo Life Asap (Alien Species Awareness Program) per l’Università degli studi di Cagliari.
A tale scopo l’Ateneo cagliaritano, l’Orto Botanico di Bergamo e la Rete Orti Botanici della Lombardia organizzano una giornata a tema dal titolo “Specie aliene invasive: regolamento europeo e codici di condotta tra informazione, commercio e gestione”, il 22 novembre 2019, presso la Sala Curò e Sala Viscontea dell’Orto Botanico di Bergamo in Piazza Cittadella.
L’Università di Cagliari, infatti, è partner del progetto europeo Life Asap, dedicato alla formazione, all'informazione e alla comunicazione sulle specie aliene invasive e ha scelto Bergamo come uno dei luoghi target in cui comunicare i risultati del progetto e incidere sul fenomeno.
Il caso di Bergamo. La città di Bergamo vede grandi flussi di turisti e di merci grazie alla presenza dell’aeroporto, fenomeno che riguarda anche gli organismi vegetali che involontariamente, in violazione delle leggi o in maniera del tutto involontaria, sono trasportati da un continente all’altro.
Qui è attivo un presidio integrato all’aeroporto stesso, ma sono attivi anche i Carabinieri Forestali e la Regione Lombardia che nell’incontro del 22 novembre presenteranno un secondo progetto europeo, Life Gestire 2020 che ha punti di contatto con Asap.
“Le norme non bastano a fermare l’arrivo delle specie aliene invasive: è necessario l’aiuto di tutti. È fondamentale incoraggiare l’adozione di buone pratiche e di comportamenti responsabili di tipo volontario”, dichiara Gianluca Iiriti, del gruppo di lavoro Life Asap.
Per tale motivo l’incontro di Bergamo è aperto alla partecipazione di chiunque sia coinvolto dal tema, dai professionisti del verde ai cittadini, dai progettisti ai committenti interessati ad approfondire un tema delicato, a conoscere le recenti modifiche normative materia e i principi fondamentali dei codici di condotta. La partecipazione è libera e gratuita.