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Recovery, Confindustria Digitale invia documento a Governo

Cesare Avenia all'Adnkronos: "Inserire nella gestione di sanità e pandemia le nuove tecnologie, priorità a Transizione e Pa 4.0. Più competenze digitali"

Cesare Avenia, presidente Confindustria Digitale
Cesare Avenia, presidente Confindustria Digitale
27 dicembre 2020 | 12.49
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La priorità l'anno nuovo, con l'arrivo dei Recovery Fund, "è ridurre l’orizzonte di incertezze sul piano economico e sanitario" con cui chiudiamo il 2020 e per questo "dobbiamo aprire il fronte delle nuove prospettive e seminare nella società e nell’economia italiane una serie percorsi concreti" per l’uscita dall’emergenza e "da affiancare alla campagna vaccinale". E' questo il nodo di fondo del Documento inviato da Confindustria Digitale al Governo in vista della gestione dei Recovery Fund. "I fondi ci vengono dal Next Generation Eu sono dedicati alle nuove generazioni digitali" scandisce il presidente Cesare Avenia, anticipando all'Adnkronos le priorità per il Paese per il 2021 fatte recapitare all'esecutivo dalla federazione confindustriale dell'Ict.

Al di là del dibattito su cosa deve entrare nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, "nonché sul tipo di governance da adottare per garantire di portare a buon fine i progetti", secondo Confindustria Digitale "possiamo concretamente dare il via ai programmi già definiti" e "accelerare sull’attuazione di progetti strategici già in atto finalizzati alla modernizzazione del Paese". E per Confindustria Digitale la priorità rientra nel quadro di Transizione 4.0, Pa 4.0 e Competenze digitali.

"Ma la priorità delle priorità -afferma Avenia- è inserire dentro la gestione della sanità e quindi della pandemia le nuove tecnologie che sono supporti per creare banche dati utilizzabili, attraverso l'Intelligenza Artificiale, per fare analisi o previsioni". Si tratta, spiega Avenia, di "strumenti che usiamo già con successo nell'industria e nella finanza, ora dobbiamo usarli nella sanità per affrontare un futuro che gli scienziati ci hanno da tempo delineato".

"Accelerare Piano Nazionale Transizione ma non c'è industria 4.0 senza Pa 4.0"

Nell'uso dei Recovery Fund, per Confindustria Digitale "le imprese devono essere il centro delle strategie di rilancio dell’economia". E, concretamente, "è necessario accelerare sull’attuazione del Piano Nazionale Transizione 4.0, perché la digitalizzazione del sistema produttivo rappresenta il più importante fattore di acceleratore per la crescita delle imprese". Per questo la federazione confindustriale dell'Ict ritiene "fondamentale far conoscere alle imprese le possibilità che offre il nuovo Piano di incentivi".

E per raggiungere questo obiettivo, Confindustria Digitale ricorda che sta collaborando con Confindustria e Mise ad "un piano di comunicazione che verrà attuato a partire dalla metà di gennaio" attraverso webinar tecnici destinati a coinvolgere la più larga platea di imprese. Il nuovo piano Transizione 4.0 consiste in un investimento di circa 24 miliardi di euro per una misura che diventa strutturale e che vede il potenziamento di tutte le aliquote di detrazione e un importante anticipo dei tempi di fruizione.

Ma, sottolinea Cesare Avenia, "dobbiamo mettere al primo posto la sanità, e, una volta che la pandemia sarà dietro le spalle, i l piano dovrà servire a far ripartire occupazione e a realizzare nuovi posti di lavoro ". Ma per Avenia però "non ci può essere un’industria 4.0 senza una Pa 4.0". Così il documento di Confindustria Digitale evidenzia che se "l’emergenza creata dalla pandemia ha drammaticamente esposto tutti i ritardi della macchina pubblica nella transizione digitale, non ci potrà essere una vera ripresa del Paese senza una pubblica amministrazione all’altezza delle nuove sfide".

"Ancora milioni di autocertificazioni cartacee, situazione è paradossale"

Le imprese dell'Ict, nel documento inviato all'esecutivo Conte II rimarcano che "se fossero stati rispettati programmi originari - da ultimo i Piani Bul e Crescita Digitale del 2015 - le piattaforme strategiche abilitanti della Pa avrebbero dovuto essere tutte completate e operative nel 2020. E quindi, nel corso della pandemia, scandiscono da Confindustria Digitale, "non avremmo quindi assistito a situazioni paradossali come i milioni di autocertificazioni fatte dai cittadini in forma cartacea" o "all'impossibilità delle strutture sanitarie di scambiare i dati , inclusi quelli dei pazienti di cui è stato necessario il trasferimento fisico e che hanno viaggiato insieme alla propria cartella di ricovero cartacea". Avenia, infine, punta il dito sul capitolo delle competenze digitali, l'altro grande tema al centro del Documento inviato al Governo da Confindustria Digitale. "I fondi di Next Generation Eu guardano alle nuove generazioni digitali" afferma.

"Le competenze digitali sono al centro di tutto" tanto che, sottolinea Cesare Avenia, "anche per quanto riguarda l'app Immuni, se la gente non si fida e non la scarica o non la usa per il tracciamento, è perché non ha competenze minime digitali per capire di cosa ci si può fidare e di cosa no".

"Abbiamo fatto un grande errore, abbiamo pensato che il digitale fosse appannaggio solo delle nuove generazioni: non è così. Q uesta pandemia ci ha mostrato che il digitale deve essere per tutti" avverte Avenia. Ma lo scalino resta ancora alto visto che l’Italia è maglia nera in Ue sulle competenze digitali, ultima nella classifica Desi su 28 paesi. Questo record negativo "é una causa strutturale" alla base delle difficoltà di "crescita dell’economia" e di "modernizzazione della Pa" e già prima del coronavirus. E per Confindustria Digitale questo "é un problema non più rinviabile". (di Andreana d'Aquino)

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