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La Pec è un asset, l'Italia ha risparmiato 4 mld

Presentata la ricerca di Idc con Aruba, InfoCert e Trust Technologies (Telecom), nel 2022 taglio 120.000 tonnellate emissioni di CO2

La Pec è un asset, l'Italia ha risparmiato 4 mld
01 luglio 2020 | 13.33
LETTURA: 5 minuti

di Andreana d'Aquino

La Pec, è un asset digitale che sta facendo risparmiare al Paese 4 miliardi di euro e che farà tagliare nel 2022 fino a 120mila tonnellate di emissioni di CO2 . Non solo un risparmio economico, dunque, perché la posta certificata elettronica consente anche la riduzione dell’inquinamento, degli spazi d’archiviazione fisici e dei tempi d’attesa. Stando ai risultati della ricerca di Idc con Aruba, InfoCert e Trust Technologies, mostra infatti i "benefici concreti" della Posta Elettronica Certificata in Italia, misurati dal 2008 al 2019 e con proiezioni fino al 2022. Secondo Idc, affinché l'economia digitale possa sviluppare le proprie potenzialità, il Digital Trust dovrà diventare un requisito sempre più importante per ogni azienda".

"Con la crescita delle attività digitali, entro il 2025 il 25% della spesa in sicurezza informatica sarà indirizzato allo sviluppo dei 'Trust Frameworks' modelli concepiti per garantire e proteggere la fiducia tra le parti durante una transazione digitale. A questo riguardo, Idc ha evidenziato come i programmi di Digital Trust siano considerati essenziali dal 62,5% dei Ceo delle imprese a livello globale. Il primo tassello tecnologico e di processo dell'ecosistema del Digital Trust italiano è rappresentato dalla Posta Elettronica Certificata (Pec). Ed, in base agli ultimi dati diffusi da Agid, nel 2019 nel nostro Paese risultavano attive 10,8 milioni di caselle Pec e i messaggi scambiati in un anno sono stati superiori a 2 miliardi e 380 milioni. Ed entro il 2022 si prevedono oltre 15 milioni di caselle attive e più di 3 miliardi di messaggi annuali. Crescono quindi il numero di utenti ed i volumi di traffico con un sempre maggiore e più diffuso utilizzo dello strumento. Lo studio, inoltre, ha stimato in modo quantitativo i benefici diretti per l’intero sistema Paese - cittadini, imprese e istituzioni – dell’efficienza generata dall’uso della Pec in termini di: riduzione degli spostamenti (mobilità frizionale), abbattimento dell’impronta carbonica conseguente alla riduzione di tali spostamenti, eliminazione dei tempi di attesa (ore uomo risparmiate), liberazione degli spazi (metri quadri di archivi non utilizzati).

In particolare, secondo lo studio, in base alle simulazioni sul dato storico, i benefici netti complessivi della Pec si attestano su un valore medio di circa 2,2 miliardi di euro sul mercato italiano nel periodo compreso tra il 2008 e il 2019. Valore che cresce ulteriormente di 1,8 miliardi di euro nella proiezione compresa tra il 2020 e il 2022. Dallo studio Idc emerge, tra le altre cose, come soltanto una parte minoritaria dei flussi di Pec dipenda da processi di sostituzione della corrispondenza tradizionale. Un altissimo numero di messaggi Pec attuali e futuri è determinato dalla creazione di nuovi servizi, nuove modalità d’uso e nuovo business. In pratica, la Posta Elettronica Certificata agisce come loro abilitatore e, in più, funge da facilitatore di servizi ibridi affiancando la Posta Descritta (raccomandate/ assicurate/ atti giudiziari), anche grazie a vere e proprie sinergie con altre soluzioni tecnologiche già presenti sul mercato.

L’analisi quantitativa, inoltre, basandosi su molte fonti referenziate ed aggiornate quali l’Agid, l’Istat, l’Aci e il Greenhouse Gas Protocol, per citarne alcune, ha stimato l’impatto anche su altre dimensioni oltre a quella economica, come la riduzione dell'impronta carbonica e della mobilità frizionale. Idc ha calcolato che, attraverso l’uso della Pec, la mobilità frizionale è stata ridotta di 253 milioni di chilometri nel 2019, destinati a diventare 391 milioni di chilometri nel 2022. Inoltre, la Pec ha consentito un risparmio di 78.000 tonnellate di CO2 nel 2019, che saliranno a 120.000 tonnellate nel 2022. Riguardo la riduzione degli spazi di archiviazione di breve e lungo termine, secondo le stime l’archiviazione digitale della corrispondenza ha consentito di liberare oltre 1,3 milioni di metri quadri di spazi di archiviazione nel 2019 - sia di giacenza che di conservazione – che si prevede raggiungano la cifra di 1,6 milioni di metri quadri nel 2022. Eliminati grazie alla Pec anche i tempi di attesa per l'accesso ai servizi del sistema postale. Grazie alla sostituzione di una parte della Posta Descritta con la Pec si eliminano virtualmente i tempi di attesa fisica presso gli uffici postali, stimati -pari a 2.150 anni-uomo nel 2019, destinati a diventare addirittura 3.234 nel 2022.

"A nostro avviso, l'aspetto di maggior rilievo che emerge dallo studio è come il digitale abbia aperto un green market tanto per i nuovi operatori del circuito Pec quanto per gli operatori tradizionali del sistema postale, evidenziando come sia possibile mitigare efficacemente gli effetti più disruptive dell'innovazione tecnologica attraverso una coopetizione virtuosa tra gli operatori sotto la guida delle istituzioni", sottolinea Giancarlo Vercellino, Associate Director Research & Consulting, Idc Italia. “La Pec è un asset strategico per il Paese che ci pone all'avanguardia in Europa per i sistemi di recapito certificato. È un sistema indispensabile, sempre più diffuso ed utilizzato da professionisti, cittadini ed imprese; uno strumento ormai profondamente integrato nei processi aziendali" commenta Gabriele Sposato, Direttore Marketing di Aruba. "Lo conferma il report che dimostra ampiamente l'impatto dei benefici ambientali ed economici della Pec sulla collettività, pur prendendo in esame solamente una parte minoritaria dei processi esistenti. Ne consegue come i benefici complessivi e reali, siano quindi molto più ampi, potenzialmente enormi". Sposato evidenzia anche i dati interni di Aruba, secondo cui nel 2019 i principali titolari di caselle Aruba Pec sono stati proprio i soggetti che non avevano l’obbligo legale di usarla, ossia i privati (per il 43%), seguiti dalle ditte individuali (25%), dalle aziende (25%) e dai liberi professionisti (7%), "indice di come sia ormai superato l’utilizzo dello strumento relativo all’adempimento per obbligo".

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